Da quando hanno acquisito fiducia in noi, i bambini hanno iniziato a donarci tante dimostrazioni d’affetto…

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Da quando hanno acquisito fiducia in noi, i bambini hanno iniziato a donarci tante dimostrazioni d’affetto…

Gesti semplici, di un amore autentico: vi racconto la storia di tre fratelli che, dopo numerose difficoltà, hanno trovato casa e rifugio nell’amore di Giorgia e Luca.

Un desiderio condiviso

Ho deciso di raccontarvi storia di tre fratelli che, dopo numerosi rifiuti, hanno finalmente trovato conforto e accoglienza in una coppia che ha ancora tanto da donare loro. Vi parlerò di Thomas, Laura e Anna e dell’amore che ricevono costantemente da Giorgia e Luca.

«Partirei dall’inizio, da quando ho conosciuto mio marito – inizia a raccontarmi Giorgia, sorridendo –. Ciò che più mi ha colpito di lui, all’epoca, è stata la propensione ad aiutare gli altri. Aveva alle spalle molte esperienze di volontariato, alcune anche in comunità, e forte era il suo desiderio di potersi dedicare all’affidamento familiare o all’adozione. Mi ha coinvolta in queste sue passioni, abbiamo condiviso tanto insieme, finanche questo suo desiderio…che poi è diventato anche mio. Soprattutto dopo che abbiamo scoperto di non poter avere figli in modo naturale. […] Dopo esserci sposati, dunque, abbiamo dato la nostra disponibilità per un’esperienza di affido…in prospettiva di una successiva adozione».

Giorgia e Luca, grazie ai Servizi sociali e alle associazioni presenti sul loro territorio, hanno così intrapreso un percorso di formazione: «Non siamo mai stati soli – continua a raccontare –. Di grande aiuto, soprattutto, è stato il supporto ricevuto dalle altre famiglie affidatarie presenti agli incontri cui partecipavamo: ci siamo confrontati, ci siamo aiutati nell’affrontare le nostre paure, ad approfondirle».

<<Non bisogna avere paura di affrontare un’esperienza del genere perché è un gesto di amore autentico, è qualcosa che si può fare…insieme>>

 È stato un colpo di fulmine

Nel 2021 la coppia ha finalmente incontrato tre fratellini, Thomas, Laura e la piccola Anna: «I bambini erano in casa famiglia insieme alla loro mamma, il padre era stato allontanato in quanto nei suoi confronti c’erano delle accuse di maltrattamento. Tuttavia, dopo sei mesi da loro arrivo in struttura, anche la madre li ha abbandonati».

Giorgia mi ha raccontato che, quando li hanno incontrati, erano molto scossi. Dopo l’abbandono da parte della madre, infatti, i piccoli sono stati allontanati anche da una coppia che hanno conosciuto e che avrebbe dovuto poi accoglierli: «Prima di incontrarli ci hanno raccontato la loro storia, eravamo preparati al fatto che potessero essere un po’ diffidenti. Ricordo bene la prima volta che li abbiamo visti, è stato un colpo di fulmine. Era il periodo del lockdown, ci siamo recati nell’ufficio degli assistenti sociali».

Giorgia prosegue poi ricordando il periodo di conoscenza, i primi incontri, le prime passeggiate, i giochi fatti insieme e anche la prima notte a casa loro: «Eravamo elettrizzati. Ci siamo organizzati al meglio per renderla accogliente…ricordo che abbiamo arredato la cameretta in pochissimi giorni. Abbiamo anche creato un album con le nostre foto – aggiunge Luca –. È stato un modo per presentarci in tutte le nostre sfaccettature. Anche loro l’hanno fatto, col l’aiuto delle operatrici. Abbiamo poi pensato di unirli e di aggiungere i ritratti dei primi momenti condivisi insieme. Ovviamente c’è una parte vuota, bianca, che col tempo stiamo riempendo».

Dimostrazioni e certezze

La coppia mi ha raccontato che le principali difficoltà che hanno riscontrato sono state all’inizio dell’accoglienza: «Venivano da una situazione complicata, si sono sentiti più volte rifiutati, quindi abbiamo cercato di gestire le nostre emozioni al meglio per concentrarci su di loro».

Dopo il superamento dei primi ostacoli non sono mancati momenti di gioia: «Da quando hanno acquisito fiducia in noi è tutto bellissimo, i bambini hanno iniziato a donarci tante dimostrazioni d’affetto. All’inizio ricordo che ci lasciavano dei bigliettini con delle dediche per tutta casa, osservavano le nostre reazioni perché volevano avere conferma del fatto che loro “piacessero”, volevano delle sicurezze da parte nostra. Laura, la più grande, dopo il primo anno di accoglienza ha raccontato in un compito a scuola la storia di tre fratelli che sono stati accolti da una famiglia, trovando così la felicità. Crediamo che non sia un caso…».

Attualmente l’affido è ancora in corso, Giorgia e suo marito sperano di poter proseguire con l’adozione dei bambini: «Questo percorso ci ha cambiato la vita. Sento di dover dire che non bisogna avere paura di affrontare un’esperienza del genere perché è un gesto di amore autentico, è qualcosa che si può fare…insieme».

Se questa testimonianza ha smosso il tuo interesse verso l’Affido familiare e vuoi saperne di più o se desideri dare la tua disponibilità per donare il tuo tempo a un bambino o a un ragazzo, chiamaci al numero verde 800.66.15.92 oppure clicca qui.

Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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