La partecipazione sociale - PARTE II

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La partecipazione sociale - PARTE II

Individuazione e attivazione di strategie di abbassamento della soglia, contenimento di oneri organizzativi ed economici. Motivazioni intrinseche ed estrinseche.

Suggerimenti pratici

Che significa concretamente? Quali suggerimenti pratici possiamo considerare, in aggiunta al giĂ  segnalato bisogno di offrire la possibilitĂ  di fare esperienze insieme ad altre persone?

Un primo elemento da evidenziare è l’importanza di formulare proposte di “prima attivazione” che comportino un livello di disponibilità …coincidente con la dotazione di base… di risorse presenti nella media della popolazione. Il tutto tenendo presente che la maggior parte delle persone non ha alle spalle pregresse esperienze di attivazione sociale.

Per favorire l’individuazione e l’attuazione di adeguate “strategie di abbassamento della soglia”, può essere utile distinguere “dimensioni” della disponibilità all’impegno sociale: la disponibilità pratica; la motivazione personale; la capacità.

L’abbassamento della soglia iniziale della disponibilità pratica chiede di mettere in conto la realizzazione di iniziative che tengano presente l’importanza, in primo luogo, di contenere gli oneri organizzativi e di tempo, necessari per partecipare; se il tempo oggi è assai scarso, lo è ancor di più il tempo libero. Discorso che vale anche per le energie da profondere (fisiche, mentali, etc.).

«Occorrerà mettere in conto di aprire la partecipazione a tutti»

Iniziamo

Alle persone che vengono coinvolte per la prima volta sarĂ  bene proporre attivitĂ  che:

· si svolgono in zone vicine al luogo in cui queste vivono o lavorano;

· si svolgono in fasce orarie e giorni compatibili con gli impegni di lavoro, ad esempio è preferibile utilizzare il week-end, mentre nei giorni feriali è importante prediligere gli orari serali;

· sono di ridotta frequenza, partendo, ad esempio, con un impegno mensile o restringendo l’impegno ad un particolare periodo dell’anno (pensiamo ad esempio all’organizzazione di una festa cittadina o di quartiere per valorizzare tradizioni o ricorrenze particolari);

· contengano o azzerino gli oneri economici che la partecipazione comporta, essendo anche questi, oggi, un materia prima poco disponibile.

Motivazioni intrinseche ed estrinseche

Nel coinvolgere le persone in un percorso di partecipazione sarà importante tenere presente la grande varietà e intensità di “motivazioni personali” che possono favorire, alterare o frenare, l’attivazione delle persone.

Ove possibile sarà utile la presenza di uno sguardo competente che sappia leggere i segnali espliciti ed impliciti di questo “mondo interiore”, assai influente sugli che influenza  gli atteggiamenti e i comportamenti delle persone.

Alcuni ad esempio avranno motivazioni intrinseche verso la partecipazione, cioè metteranno in conto di attivarsi perché la ritengono una cosa “giusta in sé”, di valore, importante. Altri potranno essere mossi da motivazioni estrinseche, cioè da interessi differenti (che “utilizzano” la partecipazione sociale, in via strumentale, per ottenere altri scopi) o da costrizioni esterne. Nella realtà queste due tipologie di motivazioni coesistono, seppur con varie gradazioni. Pur essendo comunque importante favorire la prevalenza di motivazioni intrinseche, occorrerà mettere in conto di aprire la partecipazione a tutti.

Questo, in fase iniziale, non comporta un problema, anche considerando che l’assetto motivazionale di una persona è “dinamico” e quindi può evolvere nel tempo. Sarà ovviamente opportuno accompagnare le persone in un percorso di maturazione e chiarificazione progressiva delle loro premesse motivazionali. 


Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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