Abbandono Zero - I Quaderni dell’Affido - Parte III
Abbandono Zero - I Quaderni dell’Affido - Parte III
Argomento
Trama
Primo passo: fissare i LEP dell'affido, scelta doverosa e finanziariamente virtuosa.
Torniamo allo scenario nazionale e alla necessità di rilanciare l'affidamento familiare. Occorre essere molto concreti nell'individuare - tra i tanti e diversificati impegni da proporre - quello che, a nostro avviso, può essere il primo passo decisivo da compiere: sancire e finanziare l'obbligatorietà dell'istituzione di servizi pubblici per l’affido con risorse umane adeguate, disponibilità di tempo, competenze professionali e stabilità contrattuale.
Il piano sociale nazionale 2021/2023 ha compiuto importanti passi in avanti sul fronte della certezza della tutela sociale, sancendo alcuni livelli essenziali delle prestazioni - i cosiddetti LEP - e stabilendo l'obbligatorietà di alcune misure, tra le quali l'istituzione in ogni territorio del servizio sociale professionale.
Ancora, il piano sociale prevede l'attivazione obbligatoria di percorsi di supervisione degli operatori sociali. Auspichiamo che il prossimo piano sociale, quello del triennio 2024/ 2026, introduca i livelli minimi obbligatori su tutto il territorio nazionale circa l'attivazione di questa entità tecnico professionale senza la quale ogni altra azione di promozione dell’affido rischia di essere estemporanea, infeconda.
Troppo spesso invece, in molti territori, soprattutto nelle regioni del centro-sud Italia, accade che i servizi per l'affido siano attivi solo sulla carta o funzionino ad intermittenza, con personale precario, alle prime esperienze o con orari di lavoro gravemente insufficienti rispetto al fabbisogno di accoglienza, di tutela e alla dimensione della popolazione residente. Insomma, nessun percorso discontinuo, debole e inesperto può realisticamente costruire risposte adeguate.
Spesso, le obiezioni circa la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, e quindi anche sull'affido, ruotano intorno all'idea dei costi. Su questo aspetto occorre evitare demagogia.
In Italia, ogni anno, vengono spesi circa 400 milioni di euro in rette per minori inseriti nelle comunità. Si tratta di un conteggio, ovviamente, forfettario che abbiamo fatto [...] stando agli ultimi dati resi disponibili dal ministero del lavoro e delle politiche sociali in quello che è il Quaderno n°49 della ricerca sociale. A fronte di un sistema dell'affidamento familiare adeguatamente maturo e sviluppato, quote crescenti di questi bambini e ragazzi - già collocati in comunità - potrebbero trovare accoglienza in affido con un'evidente effetto di contenimento della spesa pubblica relativa alla loro tutela. Sia chiaro, non si tratta assolutamente di generare inutili e sterili contrapposizioni tra l'affido e le comunità: sono due interventi preziosi, che vanno attivati non in base al costo ma in base alla loro pertinenza, cioè nella misura in cui rispondono ad esigenze concrete dei bambini e dei ragazzi.
Se, per ipotesi, un terzo degli attuali minorenni ospiti delle comunità residenziali fosse, nel suo interesse, trasferito in affidamento familiare, ci si libererebbe dal costo delle rette di circa 120/30 milioni di euro all'anno. Alcune stime scaturite dall'esperienza di Progetto Famiglia - e dal confronto con colleghi esperti del settore - ci portano a ritenere che di questi 120/130 milioni di euro che stiamo ipotizzando, circa 60 potrebbero essere investiti, ad esempio, per rafforzare il sostegno alle famiglie di origine, favorire più intensamente il recupero e il rientro a casa, ma non solo [...].
Un'ultima considerazione di assoluta importanza e concretezza: è dal 2001 che lo Stato avrebbe dovuto definire tutti i livelli essenziali dell'assistenza sociale, compresi quelli relativi all'affidamento familiare. Speriamo che qualcosa si possa muovere prossimamente. Occorre però, nell'attesa che questi vengano attuati, mettere in conto anche il piano B: rendere omogenea la tutela minorile su tutto il paese. Proponiamo, con forza, che le regioni, e addirittura i singoli comuni, inizino ad auto-vincolarsi mediante l'adozione di atti normativi che l'ordinamento giuridico mette a loro disposizione. Alcune, su questo fronte, hanno già compiuto importanti passi in avanti; molti altri no...registrano gravissimi ritardi e lacune. È proprio in questi luoghi in ritardo che occorrerà scegliere di stare fino in fondo dalla parte dei bambini, compiendo tutti i passi necessari. Auguriamocelo.