Être différent c'est normal
Être différent c'est normal
Argomento
Trama
È il primo giorno di scuola di un bambino. Non un bambino qualunque, ma un bambino considerato “diverso” dagli altri, dalla Preside, dall’insegnante. Lui lo sa, gliel’hanno già detto:“Non sei normale”. Lui ne è consapevole e con un sospiro si prepara per entrare a scuola. Già sa come andrà a finire: l’attenzione sarà tutta su di lui. La Preside tenta di rassicurarlo dicendo che, se qualcuno gli darà fastidio, lei sarà disponibile per lui. Perché si sa, è molto probabile che qualcuno gli darà fastidio. Entra in classe, l’insegnante lo annuncia ai compagni.
Per la prima volta vediamo i visi dei compagni e dell’insegnante. Tutti guardano il nuovo arrivato sorridendo. Un compagno di classe gli va vicino, gli prende la mano e lo accompagna al suo posto.
Fin qui tutto bene. Nessuno lo ha preso in giro. Il messaggio sull’inclusione e sulla diversità è arrivato agli spettatori in modo chiaro e preciso. Dobbiamo però precisare alcuni elementi: il bambino appena entrato in classe è quello che nella nostra società definiamo “normale”, senza disabilità. Come lo percepiamo? Sono i visi dei compagni a farcelo capire: sono bambini con la sindrome di Down. Stavolta è il bambino “normale” ad essere considerato “diverso”, perché non è come loro.
Il video ci permette di cambiare prospettiva su alcuni termini a cui diamo troppa importanza e consideriamo spesso universali, senza però renderci conto che sono dettati da fattori soggettivi e flessibili: le credenze, la paura, la compassione. Basta infatti un’inquadratura per ribaltare completamente la situazione.