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Il mediatore interculturale: un ponte tra le culture
21 maggio 2023, Giornata Mondiale per la diversità culturale, il dialogo e lo sviluppo: approfondiamo, per l’occasione, il ruolo e le funzioni della figura del mediatore interculturale.
Diversità culturale e dialogo
Il 21 maggio è stata celebrata la “Giornata Mondiale per la diversità culturale, il dialogo e lo sviluppo”. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito questa giornata nel 2002, a seguito della “Dichiarazione Universale della Diversità Culturale”. Per l’occasione, andremo ad approfondire il ruolo e le funzioni della figura del mediatore interculturale.
<<La diversità ci rende più forti e il rispetto per la diversità culturale è essenziale per rafforzare il dialogo>>
Chi è il mediatore interculturale e di cosa si occupa?
Il mediatore interculturale è un professionista che ricopre un ruolo ben preciso: mediare tra due o più culture, spesso anche molto distanti tra loro, per meglio facilitare l’integrazione di quei cittadini immigrati all’interno di un Paese, assistendoli nei rapporti con la pubblica amministrazione, con le strutture sanitarie ed educative e nei rapporti con la comunità sociale. Avvalendosi delle proprie doti empatiche, il suddetto operatore sociale ascolta e comprende le esigenze delle persone con il quale ha a che fare – tenendo conto di ogni diversità culturale, etnica e religiosa –, aiutandole ad inserirsi e ambientarsi nella società accogliente. Insomma, s’adopera affinché possano essere demolite quelle barriere culturali e linguistiche che vanno ad ostacolare la corretta integrazione ed inclusione dell’immigrato.
A livello nazionale non è stata mai adottata una legislazione che vada a definire la presente professione, ma possiamo trovare dei riferimenti di tale attività nella normativa in materia di immigrazione.
Formazione e ambiti d’intervento
Il mediatore interculturale per svolgere tale professione necessita, prima di tutto, di un diploma di scuola secondaria che sarà poi essenziale per conseguire la laurea in Mediazione linguistica o culturale, Lingue, Sociologia, Scienze dell’educazione o Psicologia. Non solo, per conseguire la qualifica di mediatore interculturale è inoltre possibile iscriversi ad un corso di formazione professionale organizzato dall’ente regionale di appartenenza o da privati.
Il mediatore opera in diversi settori e strutture, tra cui: ospedali, cooperative sociali, carceri e questure, tribunali, centri di accoglienza per richiedenti asilo, comuni, sindacati, centri di collocamento e scuole.
Diversità come ricchezza
In occasione della “Giornata Mondiale per la diversità culturale, il dialogo e lo sviluppo”, Irina Bokova – Direttore Generale dell’UNESCO – ha ricordato l’importanza della diversità culturale “che arricchisce le nostre vite e ci consente di crescere bene, in un ambiente innovativo, produttivo ed economicamente conveniente1”.
Anche l’UNESCO – per l’occasione – ha ribadito che la diversità culturale rende più forti e che il rispetto per la stessa è essenziale per rafforzare il dialogo interculturale, lo sviluppo sostenibile e la pace. A tal proposito, l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile ha infatti ribadito che è necessario far ricorso al potenziale offerto dalle diverse culture – mantenendo dunque un continuo dialogo – per far sì che tutti i membri della società possano trarre vantaggi e sviluppi.
1 “21 Maggio - Giornata Mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo”, News unesco.it
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