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Si è affidata a noi: ogni volta che ci riscopriamo come persone, lei rinasce
“È stato amore a prima vista”: la storia di Consiglia, una bambina entrata in comunità a soli 2 anni.
Una famiglia in più
La famiglia è una delle risorse più importanti della società, secondo George Santayana ̶ filosofo spagnolo ̶ “uno dei capolavori della natura”…ma cosa accade quando subentrano quelle difficoltà che rendono temporaneamente inidoneo il contesto familiare? Si ricorre all’affido, a quell’intervento integrativo che consente di dare al bambino “una famiglia in più”.
Ciò è quanto accaduto a Consiglia — nome di fantasia —, una bambina di soli 10 anni che ha vissuto per otto anni in comunità.
<<Siamo presenti e glielo ribadiamo ogni giorno>>
Le porte di casa, le porte del cuore…
«Il desiderio di accogliere un bambino o una bambina mi ha accompagnata fin da quando ero ragazza — mi racconta Marta —. Quando l’ho confessato a mio marito si è subito mostrato propenso a realizzare questo mio sogno. Avevamo già un figlio, Ugo, di 14 anni…ma entrambi sentivamo la necessità di aprire le porte di casa a chi ne avesse bisogno. Così abbiamo deciso di mettere lui al corrente di questo nostro progetto e, fin da subito, si è mostrato d’accordo».
Marta e Fabio si sono rivolti a un’associazione di famiglie affidatarie che li ha informati e accompagnati in un percorso formativo e di consapevolezza, con il fine di offrire loro nuovi stimoli e indicazioni: «Contattare l’associazione è stata la scelta migliore che potessimo fare — affermano entrambi all’unisono —, abbiamo scoperto aspetti dell’affido che non conoscevamo e ricevuto, gradualmente, nozioni preziose che ci hanno convinto, ancor di più, a compiere questo passo».
È iniziato in questo modo il loro nuovo viaggio di amore.
Amore a prima vista
Marta, Fabio e Ugo, in egual modo, non vedevano l’ora di poter trascorrere del tempo con la bambina, di farle vivere dei bei momenti fuori dalla comunità, di offrire lei delle risposte adeguate volte a soddisfare i suoi bisogni.
«Quando abbiamo conosciuto Consiglia aveva 8 anni. Abbiamo legato fin da subito — afferma con tenerezza Marta —. Si è creata una forte intesa già dalle prime attività svolte insieme.
Lei dice con fierezza che il nostro è stato un amore a prima vista, noi non possiamo che concordare. Quando si è presentata la possibilità di poterla accogliere, l’abbiamo fatto senza esitare».
«I primi weekend trascorsi a casa — proseguono — hanno evidenziato il suo esser “spaesata”, nuova a queste situazioni. Era evidente il suo non aver mai respirato l’aria di una vera famiglia. D’altronde, era entrata in comunità a soli 2 anni e ciò significava che tutte le esperienze e gli impegni familiari erano sconosciuti per lei: pranzi, cene, uscite, cinema insieme, parco giochi…».
Un’esperienza profonda
Il percorso di Consiglia è ancora in corso, da poche settimana è stato tramutato in un affidamento residenziale.
«Siamo felici che stia con noi, ora abbiamo la possibilità di trascorrere più tempo insieme, ci viviamo ogni giorno e non più solo i fine settimana. Lei e Ugo, poi, hanno creato un bellissimo rapporto. Vederli così in sintonia ci riempie il cuore di tantissime emozioni mai provate…sicuramente bellissime!», continua a raccontarmi Marta, alquanto commossa.
«Stiamo lavorando, attualmente, sullo stile di attaccamento della bambina. Siamo presenti e glielo ribadiamo ogni giorno. L’affido è un’esperienza che richiede impegno, tuttavia è davvero meraviglioso…ti fa sentire importante. Si è affidata noi: ogni volta che ci riscopriamo come persone, lei rinasce».
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Mi chiamo Fiorina De Simone e sono di Orta di Atella (CE). Mi sono diplomata al Liceo Classico Domenico Cirillo di Aversa e, attualmente, studio Servizio Sociale all’Università degli Studi di Napoli Federico II
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