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Progetto “Care Leavers”: costruire nuove prospettive per un futuro diverso
Dipartimento per le Politiche della Famiglia: la sperimentazione di più interventi volti a guidare verso l’autonomia quei giovani che, al compimento della maggiore età, vivono fuori famiglia.
La sperimentazione degli interventi
Il progetto Care Leavers, promosso dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia, prevede la sperimentazione di più interventi volti a guidare verso l’autonomia quei giovani che, al compimento della maggiore età e a causa di un precedente procedimento giudiziario, vivono fuori famiglia.
Quando i ragazzi vengono allontanati dal proprio nucleo familiare sono solitamente accolti presso comunità residenziali o da persone che hanno deciso di intraprendere un percorso di affidamento familiare. Tuttavia, nel momento in cui questi compiono il ventunesimo anno d’età, escono fuori dal circuito di tutela dei minori in quanto ormai maggiorenni. Arrivati a questo punto è facile intuire che, senza una buona rete di supporto e sprovvisti delle risorse necessarie, questi non si sentano del tutto pronti ad affrontare il mondo degli adulti. Fino a qualche tempo fa, infatti, ammenochè non tornassero dalle proprie famiglie di origine, questi giovani venivano lasciati a se stessi e con poche risorse, incentivando non pochi disagi.
<<Il futuro appartiene a coloro che si preparano per esso oggi>>
Quali sono gli obiettivi?
Il progetto si propone di accompagnare i ragazzi fuori famiglia in un percorso che porterà all’acquisizione dell’autodeterminazione necessaria affinché questi possano sganciarsi dai Servizi sociali. Viene quindi formulato un progetto individualizzato per ogni candidato in cui ci si propone di rispondere a ciascuna esigenza, trasformando quest’ultime in obiettivi da raggiungere a breve o lungo termine. Quest’ultimi spaziano dal terminare le scuole superiori, all’iscrizione alla formazione universitaria o all’accesso nel mondo del lavoro. Nel mezzo si trovano tutte quelle attività che per questi ragazzi sono spesso considerate irraggiungibili, come ad esempio prendere la patente, fare attività sportiva o coltivare hobby e passioni.
Oltre al supporto emotivo/relazionale, è da precisare che il progetto prevede anche un supporto economico. Qualora, infatti, il ragazzo o la ragazza in questione abbia un ISEE con valore non superiore a €9.360, è prevista l’assegnazione di una borsa individuale per la copertura delle varie spese da affrontate.
La strutturazione del progetto
Ogni candidato può prendere parte a questi interventi a seguito di una valutazione multidimensionale condotta da un’équipe di psicoterapeuti, dagli educatori della comunità, dall’assistente sociale incaricato e, nel caso vi fossero, dai genitori affidatari: solo successivamente saranno concordati i risultati da raggiungere con i diretti interessati, proseguendo così all’inizio al percorso.
A supportarli vi sarà un Tutor per l’autonomia, una figura individuata per sostenere questi ragazzi nelle loro scelte, l’anello di congiunzione tra questi ultimi e la rete dei servizi attivati. Egli sarà inoltre parte integrante della tessitura delle reti amicali da costruire per la creazione delle Youth Conferenze, ovvero degli eventi organizzati con la partecipazione attiva dei giovani che hanno preso parte al progetto, in cui raccontare e condividere le storie e i desideri per il futuro.
La finalità del progetto
Insomma, tante sonole difficoltà che un giovane può riscontrare nel mondo degli adulti, ancor di più se non si ha la possibilità di contare sulla propria famiglia. Questo è il motivo portante dell’attivazione del progetto individualizzato che incastra le risorse nazionali con quelle locali.
Il mondo del sociale, dunque, sta trovando il modo di restituire ciò che la vita ha tolto a questi ragazzi, fornendo non solo un’opportunità di crescita ma anche quella guida che spesso è mancata.
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