Servizi Sociali e Associazioni familiari: responsabilità condivise

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Servizi Sociali e Associazioni familiari: responsabilità condivise

Promozione, formazione e sensibilizzazione: una rete di istituzioni per la pianificazione degli interventi in materia d'affido.

Chi sono i promotori dell’affidamento familiare?                                  

La legge 184/1983, al comma 3 dell'articolo 1, indica lo Stato, le Regioni e gli Enti locali quali responsabili dell'attivazione di percorsi di promozione dell'affidamento. Tali istituzioni, in base alle proprie competenze,  sono chiamate ad organizzare iniziative volte alla formazione dell'opinione pubblica sull'affidamento e alla preparazione delle famiglie e delle persone che intendono intraprendere questo percorso. Per la realizzazione di tali attività, i soggetti istituzionali possono stipulare collaborazioni con il terzo settore che, nel corso degli anni, ha ampliato sempre più le proprie responsabilità e i propri compiti.

<<L’azione di promozione e sensibilizzazione va pianificata e progettata d’intesa tra i servizi e le reti>>

Cosa dicono le Linee di Indirizzo nazionali sull'affido?

Le Linee di Indirizzo nazionali sull’affidamento familiare del 2012 sono state approvate dalla Conferenza Unificata Stato – Regioni – Autonomie locali e sanciscono la necessità di pianificare gli interventi di  sensibilizzazione e promozione dell’affido attraverso la collaborazione di tutti gli attori, sia pubblici che privati: deve essere incoraggiata la creazione di una rete di istituzioni che collaborano nelle fasi di pianificazione, attuazione e di valutazione dell’intervento che si intende mettere in atto.

Coordinamento territoriale

Il Coordinamento Nazionale dei Servizi Affidi pubblici precisa che la sensibilizzazione, così come tutta l’area della promozione, appare come il terreno privilegiato della collaborazione tra i Servizi Sociali locali e le associazioni del privato sociale.

Anche il Tavolo Nazionale Affido, nel 2013, si è espresso in merito e ha evidenziato l’importanza del ruolo delle associazioni familiari. L’attività di quest’ultime, infatti, non è solo quella di sensibilizzare e promuovere l’affido familiare ma anche di confronto, formazione e motivazione.

Lo stesso tema è ripreso poi dal Sussidiario per gli operatori, pubblicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in occasione della Conferenza Nazionale che si è svolta nel 2014 a Bari, nel quale si segnala la necessità di rendere efficaci tali interventi chiarendone i tempi, i destinatari, i metodi e gli strumenti da utilizzare. Tutto ciò deve essere effettuato mediante un attento lavoro di coordinamento territoriale. L’obiettivo, come suggerisce Marco Tuggia, è quello di puntare a «coinvolgere gli attori significativi già attivi sul territorio, perché la proposta si radichi e non venga percepita come “calata dall’alto” e a favorire sempre la co-costruzione e la co-partecipazione delle proposte: l’azione di promozione e sensibilizzazione va pianificata e progettata d’intesa tra i servizi e le reti».

Se desideri continuare a leggere i contenuti del libro "Promuovere l'Affidamento Familiare - Buone prassi e indicazioni metodologiche per l'intervento dei Servizi Sociali" clicca qui.

 

NOTE

Estratto del libro di M.Giordano, "Promuovere l'AffidamentoFamiliare - Buone prassi e indicazioni metodologiche per l'intervento deiServizi Sociali", Franco Angeli, 2019, pp. 49-51

Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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