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Promuovere rapporti di reciprocità e favorire la partecipazione dei soggetti sociali in base al principio di sussidiarietà orizzontale.
La sussidiarietà va rispettata o promossa?
L’Assistente Sociale è chiamato a contribuire allo sviluppo della sussidiarietà, in particolare promuovendo lo sviluppo di rapporti di reciprocità tra le persone appartenenti alla medesima comunità e favorendo pratiche sussidiarie di coinvolgimento dei soggetti attivi in campo sociale.
«L’Assistente Sociale è chiamato a promuovere la cultura della sussidiarietà»
Vent’anni di sussidiarietà
Il tema della Sussidiarietà accompagna e caratterizza da oltre vent’anni le politiche sociali italiane e la pratica di Servizio Sociale. Introdotto nella normativa italiana dalla cd. Legge Bassanini (legge n. 59/1997) e da alcune norme successive, nel 2001 è divenuta “principio costituzionale”, per effetto della riforma del Titolo V della Costituzione operata dalla legge costituzionale n. 3/2001.
Il nuovo Codice Deontologico la inserisce tra i principi generali della professione. Difatti l’art. 6 sancisce che deve «promuovere la cultura della sussidiarietà» affinché «le persone creino relazioni di reciprocità all’interno delle comunità alle quali appartengono».
Promotori di partecipazione
Sotto questo aspetto il principio di sussidiarietà è, dunque, recepito innanzitutto nella sua dimensione orizzontale e cioè in quell’area nella quale la Pubblica Amministrazione è chiamata a favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini nel perseguimento di interessi generali.
Connessa al tema della sussidiarietà orizzontale troviamo anche il secondo richiamo presente nel codice deontologico. Ci riferiamo al compito degli assistenti sociali di favorire la partecipazione dei diversi soggetti attivi nel campo sociale mediante il ricorso a pratiche sussidiarie (art. 40).
Promotori di comunità
In questo scenario, il ruolo che l’Assistente Sociale è chiamato a svolgere è chiaramente attivo. Egli è chiamato a “promuovere” e “favorire” le dinamiche sussidiarie. Questa richiesta attribuisce alla nostra categoria professionale una specifica responsabilità nei confronti della società, così come illustrata dal Titolo V del codice, e chiede di svolgere un concreto lavoro sociale di comunità.
Si tratta di un titolo più breve di quello che la precedente versione del Codice dedicava a questo aspetto. Alcune delle indicazioni sono tuttavia state recuperate all’interno del titolo inerente ai principi generali dell’Assistente Sociale, di cui fa parte il citato art. 6.
Assistente sociale, presidente nazionale della Federazione Progetto Famiglia, Docente di Principi e Fondamenti del Servizio Sociale presso le Università “Federico II” di Napoli e “Aldo Moro” di Bari, Docente di Metodi e Tecniche del Servizio Sociale presso le Università della Calabria e dell’Aquila.
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