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Assistenti sociali, tagli al welfare e qualità degli interventi
Qualità degli interventi, dignità delle persone, correttezza dei tempi di azione.
L’Assistente Sociale non accetta…
Il nuovo Codice Deontologico, all’art. 19, sancisce che «l’Assistente Sociale non accetta condizioni di lavoro che possano compromettere la qualità degli interventi». Si tratta di una indicazione che troviamo all’interno del Titolo III del nuovo codice, dedicato ai doveri e alle responsabilità generali degli Assistenti Sociali.
«L’Assistente Sociale non accetta condizioni di lavoro che possano compromettere la qualità degli interventi»
È grave ogni compromissione della qualità degli interventi
L’indicazione era già presente nei codici precedenti. Ad esempio nella versione del 2009 (quella che è stata in vigore fino al 31 maggio 2020) troviamo che «l'Assistente Sociale non deve accettare o mettersi in condizioni di lavoro che possano compromettere gravemente la qualità degli interventi». Seppur con qualche piccola differenza, la richiesta è la stessa. Anzi, la nuova versione, eliminando l’avverbio “gravemente”, ci invita a ritenere insopportabile e inaccettabile qualunque compromissione della qualità.
Quale qualità?
Ma di quali “compromissioni” stiamo parlando? Cioè, nel mondo reale, dove – evidentemente – la “perfezione” è un orizzonte verso il quale tendere senza però poterlo mai raggiungere pienamente, quali sono i “tassi di imperfezione” accettabili e quali quelli oltre i quali non si deve andare? La prima parte dell’art.19 ci offre una cornice preziosa, laddove precisa che l’Assistente Sociale deve adoperarsi «affinché l’azione professionale si realizzi in condizioni e in tempi idonei a garantire la dignità, la tutela e i diritti della persona». Dunque il metro di valutazione non è la qualità in astratto o considerata su piani meramente aziendali, di efficacia/efficienza, organizzativi, etc. La “misura” è la persona, con i suoi diritti e la sua dignità.
Il tempo incide sulla qualità
Riprendendo la prima parte – già citata – dell’art. 19, è utile soffermarsi ancora un attimo su un passaggio non secondario. Ci riferiamo all’esplicito riferimento all’idoneità dei tempi di realizzazione degli interventi. Questa indicazione ci chiede di tenere bene a mente che occorre assolutamente evitare che le condizioni di lavoro determinino interventi eccessivamente frettoloso o, all’opposto, eccessivamente lenti e diluiti. La gestione dei tempi deve, invece, essere appropriata e pertinente con i bisogni e le risorse delle persone e con le caratteristiche dell’intervento che si pone in essere.
Assistente sociale, presidente nazionale della Federazione Progetto Famiglia, Docente di Principi e Fondamenti del Servizio Sociale presso le Università “Federico II” di Napoli e “Aldo Moro” di Bari, Docente di Metodi e Tecniche del Servizio Sociale presso le Università della Calabria e dell’Aquila.
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