COVID-19. Assistenti sociali volontari nello Sportello di ascolto di Triggiano (Ba)

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COVID-19. Assistenti sociali volontari nello Sportello di ascolto di Triggiano (Ba)

L’Ambito sociale e due Cooperative hanno attivato uno sportello di ascolto telefonico per l’emergenza COVID-19. Numerosi gli operatori sociali volontari.

Uno sportello per l’emergenza Covid

La nostra “confort zone” è diventata una cella di detenzione, e serve un trucco di magia all’Houdinì, capace di trasformarsi e liberarsi in spazi angusti.

La crisi e le misure di contenimento del virus stanno determinando conseguenze devastanti per le persone più fragili: dai minorenni, alle donne vittime di violenza; dai disabili alle famiglie dei detenuti; dai senzatetto ai migranti; dagli anziani non autosufficienti alle vittime di usura.

Sono un Assistente Sociale, lavoro come Giudice Onorario per il Tribunale per i Minorenni di Bari e mi occupo di Politiche di Garanzia per la Regione Puglia. Dai primi di Marzo sono, anche, un volontario dello sportello telefonico di supporto psico-sociale per l’emergenza COVID 19, dell’Ambito sociale territoriale n. 5 Triggiano, in provincia di Bari, dove la Coop. Sociale Innotec e la Coop. Sociale Lavoro e progresso 93 hanno deciso di riorganizzare il servizio del Centro Famiglie. In ragione della condizione di emergenza, è stato attivato un numero (377 323 1060) attraverso il quale viene garantita attività di informazione, sensibilizzazione, sostegno psico-sociale e segretariato sociale (scarica la locandina - 434 kB).

«La crisi e le misure di contenimento del virus stanno determinando conseguenze devastanti per le persone più fragili»

Competenza e lavoro di rete

Lo sportello è attivo con due finestre temporali giornaliere, una di mattina e l’altra di pomeriggio. Personale qualificato risponde al telefono, attraverso un trasferimento di chiamata che permette ad ogni operatore di restare a casa. Si tratta di Psicologi e Assistenti Sociali che lavorano in stretta sinergia con gli Assistenti Sociali dell’Ufficio di Piano e con quelli dei Servizi Sociali dei singoli comuni.

Il lavoro di rete si è esteso anche al centro di salute mentale, ai medici di medicina generale e alla rete dei volontari, attualmente occupati, in particolare, nella consegna dei generi di prima necessità a domicilio.

La prima fase di ri-organizzazione del servizio ha riguardato, oltre a una propedeutica attività di formazione sui temi dell’emergenza sanitaria, dei Decreti e delle direttive, anche un Focus per gli operatori sulla Psicologia e sul Servizio Sociale di emergenza nonché sui protocolli da attuare.

Mappare i servizi, condividere le cartelle

Il secondo step è stato la mappatura dei servizi attivi sul territorio, anche in considerazione della riorganizzazione degli Uffici pubblici, e la mappatura di tutti i servizi sorti per l’emergenza, dalla consegna a domicilio di generi di prima necessità al pronto intervento sociale, dalle forme di sussidio economico alle modalità operative dei Centri antiviolenza durante l’emergenza.

Sono state create delle cartelle condivise e strumenti di condivisione delle istanze acquisite e sono stati fissati momenti di confronto e di scambio. È stato necessario fornire informazioni univoche e chiare, perché la presenza di tanti nuovi servizi e di troppi numeri e orari di accesso, disorienta i cittadini già sottoposti ad una condizione intensiva di stress.

Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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