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Dalla ricerca scientifica sull’affido: lo sviluppo positivo dei minori fuori famiglia
L’affido familiare e l’assistenza residenziale a confronto. Investire nuove risorse per lo sviluppo positivo dei bambini.
Forme di accoglienza sostitutiva
Sono sempre di più i bambini che per diverse ragioni – quali, ad esempio, trascuratezza, maltrattamenti, abusi e violenze – si ritrovano ad essere allontanati dalle proprie famiglie d’origine e ad aver bisogno di cure sostitutive. La ricca letteratura sulla collocazione dei bambini fuori famiglia ha esaminato gli effetti che l’allontanamento riversa sullo sviluppo del bambino. Le due forme più comuni di accoglienza sostitutiva sono l'affido residenziale e l'affidamento familiare.
Quando parliamo di assistenza residenziale facciamo solitamente riferimento ad una casa famiglia o a un istituto in cui gli operatori sono incaricati di occuparsi della cura quotidiana e del benessere dei minorenni presenti nella struttura. L'affidamento familiare, invece, prevede l’accoglienza temporanea del bambino in una famiglia che offre la sua disponibilità a prendersene cura.
“Il sistema di assistenza all’infanzia deve impegnarsi nell’ascolto delle voci e dei pensieri di tutti i bambini coinvolti”
Differenze e variabili da analizzare
La rivista scientifica “Trauma, Violence and Abuse” ha pubblicato uno studio meta-analitico con lo scopo di esaminare e analizzare le differenze tra i bambini che hanno vissuto un affido familiare e i bambini che invece hanno ricevuto un’assistenza residenziale. A tal proposito, per tenere conto della variabilità tra gli studi considerati e analizzati, è stato esaminato un elenco di moderatori rilevanti, tra cui:
qualità dello studio;
età media;
tempo in cura;
prodotto interno lordo (PIL) pro capite per il paese in cui è stato condotto lo studio;
anno di pubblicazione.
Sono state eseguite, per la ricerca, una serie di meta-analisi su tre risultati: comportamenti interiorizzanti, comportamenti esternalizzanti e percezione della cura.
Fonti di cura diverse
Lo studio ha sintetizzato e analizzato i risultati provenienti da pubblicazioni che hanno confrontato i percorsi di bambini in affidamento residenziale e familiare negli ultimi 20 anni (gennaio 1995 - giugno 2016). L’obiettivo era quello di definire delle differenze in termini di percezioni e risultati ottenuti dai minori.
Le tre meta-analisi separate sono state condotte utilizzando 23 studi che hanno coinvolto in totale 13.630 bambini, di cui 7.469 in affidamento familiare e 6.161 in accoglienza residenziale: l’analisi sull'assistenza residenziale si è concentrata sulle modalità di accoglienza dei minori nella struttura da parte del personale retribuito, il principale custode; per l'affidamento familiare, invece, l’analisi si è concentrata su quei bambini collocati in un ambiente familiare in cui i genitori affidatari erano la principale fonte di cura.
I risultati ottenuti
I risultati hanno evidenziato che i bambini in affido familiare vivono esperienze migliori rispetto ai bambini in accoglienza residenziale. Le opinioni dei bambini circa le loro percezioni sono importanti, in quanto connesse al loro sviluppo e al loro benessere. I bambini accolti in famiglie affidatarie hanno riportato livelli più elevati di soddisfazione, di sentimenti di sicurezza e così via; questi bambini – soddisfatti della loro collocazione – hanno mostrato meno comportamenti problematici.
Dallo studio, tuttavia, è emerso anche altro: i bambini in affido, solitamente, hanno poca voce in capitolo circa il collocamento nelle famiglie e questo rappresenta un grande problema per loro. L’allontanamento dei bambini, infatti, si basa sulle valutazioni compiute dagli adulti; valutazioni molto spesso complicate per essere adeguatamente spiegate ai bambini.
Investire nel futuro
I risultati di questo studio hanno evidenziato quanto sia importante investire nell’affidamento familiare, poiché offre un’assistenza maggiormente individualizzata e un ambiente più familiare rispetto alle strutture residenziali. È dunque necessario compiere maggiori sforzi politici per la promozione di questo istituto. È poi opportuno stanziare maggiori risorse per la sua attuazione, garantendo anche la giusta formazione di tutte le personalità coinvolte. Nondimeno, è importante che le stesse risorse siano messe a disposizione anche delle strutture volte all’assistenza residenziale, ciò per migliorare la qualità stessa dell'assistenza e dell'ambiente. È fondamentale, a tal proposito, svolgere ulteriori ricerche che siano volte ad identificare i suoi aspetti negativi, eliminando così ogni rischio.
Il sistema di assistenza all’infanzia, infine, deve impegnarsi nell’ascolto delle voci e dei pensieri di tutti i bambini coinvolti al fine di consentire collocamenti adeguati e congruenti con le volontà espresse. In questo modo, di conseguenza, si incentiva un migliore adattamento del minore al nuovo ambiente.
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