Dalla strada all'alloggio protetto: un’esperienza concreta

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Dalla strada all'alloggio protetto: un’esperienza concreta

Il centro, uno spazio sicuro: valutazione dei rischi e dei bisogni, percorso, obiettivi e durata.

I ragazzi accolti

Nel centro in cui lavoro nel sud est dell’Inghilterra sono presenti 15 ragazzi con bisogni complessi di età 16-24 e di entrambi i sessi. Provengono dalla strada o dalla propria abitazione. Le famiglie da cui provengono sono spesso luoghi in cui si verifica l’abbandono assieme a diversi tipi di abuso (fisico, psicologico, finanziario, sessuale ed emozionale). Nei casi meno complessi ci sono livelli di tensione interna fra i figli e i genitori che impediscono una convivenza basata sul rispetto della dignità reciproca.

«Sulla base di un’osservazione realistica in un periodo di sei mesi un quinto delle persone presenti nel centro ha creato o sta creando un percorso di vita indipendente» 

L’arrivo al centro

Chi proviene direttamente dalla strada e arriva al centro ha già molto probabilmente interrotto involontariamente i legami con la famiglia d’origine o altri membri della famiglia responsabili verso il ragazzo. 

Come caseworker il mio ruolo consiste nell’offrire continuità assieme ai miei colleghi al lavoro degli assistenti sociali. Quest’ultimi dopo un processo di valutazione del caso e di presa in carico del ragazzo che coinvolge Ashford Borough Council giungono da noi per creare un percorso di vita indipendente e trovare risposta a diversi bisogni. 

Il nostro centro effettua inizialmente una valutazione dei bisogni (need assessment) e dà il suo parere di accettazione o meno del caso alla persona e all’assistente sociale che l’accompagna (o PA, assistente personale). Se l’esito è positivo viene offerto un contratto al ragazzo (licence agreement) e viene fatta una valutazione dei rischi (risk assessment). Questa misura le capacità e le difficoltà della persona nell’eseguire compiti relativi alla vita quotidiana misurando per esempio anche i rischi relativi al commettere abusi verso gli altri o all’esserne vittima. 

Progetti, durata e obiettivi.

I servizi sociali sono sempre un nostro canale di riferimento per la singola persona accettata assieme alle agenzie esterne che forniscono i servizi necessari. Non si sostituisce una famiglia, ma si garantisce uno spazio sicuro in cui il ragazzo o la ragazza vittima di abusi e talune volte anche legata alla criminalità di strada locale (in fenomeni come drug dealing, county lines, etc.) può creare uno spazio “laboratorio” in cui conoscere sé stessa e strutturare una vita sostenibile. 

Il ragazzo viene aiutato con la richiesta di sussidi (Housing Benefit, Universal Credit, PIP, ESA), con la gestione del denaro e pagamento della retta o service charge, con il mantenimento della propria abitazione in condizioni vivibili, con esigenze mediche e legali. I bisogni e i progressi vengono raccolti durante colloqui individuali a cadenza settimanale. L’affitto nella maggior parte dei casi è corrisposto dal governo al centro (Housing Benefit). 

La durata del percorso nel nostro centro è fino a un massimo di due anni, dopo di che il giovane può trovare abitazione attraverso un servizio agevolato del comune (Kent Home Choices) oppure può affittare in modo privato (opzione più onerosa). Sulla base di un’osservazione realistica in un periodo di sei mesi un quinto delle persone presenti nel centro ha creato o sta creando un percorso di vita indipendente.

Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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