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Quanto dura l’intervento dell’Assistente Sociale? Indicazioni del nuovo Codice
Durata degli interventi e condizioni di vita. Situazioni problematiche, attività preventiva e promozionale. Accompagnamento all’autonomia dai servizi.
Per quanto tempo un Assistente Sociale accompagna le persone?
L’intervento dell’Assistente sociale deve durare per tutto il tempo richiesto dalle situazioni, ponendo in essere azioni sia riparative, che preventive e promozionali. Al contempo la durata degli interventi va regolata nel rispetto dell’obiettivo di accompagnare le persone all’autonomia dai servizi, nel rispetto della loro dignità.
«l’azione professionale dell’Assistente Sociale deve realizzarsi in tempi idonei a garantire la dignità, la tutela e i diritti della persona»
Finchè la situazione lo richiede
Quanto dura l’intervento di un’Assistente Sociale? Mesi? Anni? C’è un termine massimo? O uno minimo? Su questo il nuovo Codice, all’art. 15, offre una risposta chiara: non è questione di quantità di tempo ma di condizioni di vita: l’intervento cioè dura «fino a quando la situazione lo richieda».
Non solo problemi
Analoga indicazione era già presente all’art. 18 del Codice precedente. Con una differenza non secondaria. La vecchia versione diceva che l’intervento dura «fino a quando la situazione problematica lo richieda». La nuova versione ha eliminato l’aggettivo “problematica”. Questa scelta ci porta ad un quesito: di quale situazione si parla? Della situazione vista nelle sue differenti dimensioni: i bisogni e le risorse dei beneficiari, le loro difficoltà ma anche le loro potenzialità e aspirazioni, la presenza o meno di fattori di rischio, le caratteristiche del contesto sociale e istituzionale, etc.
Per essere sintetici e, forse, più efficaci, possiamo dire che si interviene fintanto che è utile… il che allarga lo sguardo non solo agli interventi riparativi ma anche quelli preventivi e promozionali.
Verso l’autonomia
Certo che, detta così, non sarebbe sbagliato – almeno in teoria – pensare ad una presenza dei servizi sociali orientata al “per sempre”. Del resto, bisogni o aspirazioni ve ne saranno sempre. Anche qui il Codice ci offre il criterio regolativo. L’art. 19 infatti precisa che l’azione professionale dell’Assistente Sociale deve realizzarsi «in tempi idonei a garantire la dignità, la tutela e i diritti della persona».
Si tratta, come sopra, di un criterio non quantitativo, cioè non connesso ad una misurazione cronologica del tempo, ma qualitativo. Fino a quando dunque? Fino al punto in cui la nostra presenza contribuisce al benessere sociale della persona… evitando quelle forme di prolungamento nel tempo e quelle modalità operative che potrebbero, invece, deprimerne la libertà e l’autonomia.
Assistente sociale, presidente nazionale della Federazione Progetto Famiglia, Docente di Principi e Fondamenti del Servizio Sociale presso le Università “Federico II” di Napoli e “Aldo Moro” di Bari, Docente di Metodi e Tecniche del Servizio Sociale presso le Università della Calabria e dell’Aquila.
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