Promuovere l'affidamento Familiare in un mondo che cambia.

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Promuovere l'affidamento Familiare in un mondo che cambia.

Analisi del fabbisogno di accoglienza familiare e promozione di legami familiari integrativi: la crescente necessità di relazioni nutrienti.

Il fabbisogno di accoglienza familiare

Nella quasi totalità dei contesti italiani, il fabbisogno di accoglienza e di sostegno familiare di cui sono portatori i bambini, i ragazzi e i loro genitori in difficoltà, è maggiore delle disponibilità solidali espresse dalle famiglie del territorio. In molte zone d’Italia, la necessità di individuare nuclei disponibili all’accoglienza rappresenta una vera e propria urgenza sociale. Basti pensare, a tal proposito, che il primo documento pubblicato nel 2010 dal Tavolo Nazionale Affido, nel fissare la cornice programmatica di quello che sarebbe stato il proprio percorso, ha focalizzato l'attenzione sul bisogno di «rilanciare a tutti i livelli, istituzionali e non, la promozione dell’affidamento familiare».

In Italia, ci sono migliaia e migliaia di minorenni seguiti dai Servizi Sociali. Tuttavia, in alcune zone della penisola, l’istituto dell’affidamento è quasi (o totalmente) assente e ciò significa che si predilige ancora l’inserimento nelle comunità.  Vi sono, inoltre, quote importanti di popolazione che, pur non richiedendo la presa in carico da parte dei Servizi Sociali, sono segnate da una solitudine grave – se non, addirittura, dall’isolamento e dall’esclusione – ed hanno un grande bisogno di vicinanza e relazione.

<<I Servizi Sociali e le associazioni hanno la responsabilità di promuovere iniziative che puntino a coinvolgere l’intero Sistema-Paese>>

 

Un adeguato "corredo relazionale"

I bambini e i ragazzi, per crescere sani e sereni, hanno bisogno di legami positivi. L’affidamento e la solidarietà familiare sono le strade mediante le quali assicurare legami integrativi a chi ne è parzialmente privo. Assicurare loro ciò significa permettergli di ampliare il numero di persone sulle quali possono contare e che contano su di loro, in un cammino di reciproca appartenenza e fiducia. La qualità delle relazioni affettive che il bambino e il ragazzo sperimentano incide sulla qualità della loro capacità di mettersi in relazione con gli altri, sia attuale che futura.

È questo quanto emerge anche dagli studi di John Bowlby e dalla nota "Teoria dell’attaccamento". Se un bambino cresce con un caregiver capace di rispondere in maniera attiva alle sue richieste e ai suoi bisogni, avrà a sua disposizione una base sicura da cui partire per conoscere il mondo esterno: il bambino costruirà la propria crescita sulla base di una forte autostima e autoefficacia. Quando, al contrario, i caregiver del bambino non sono disponibili o capaci di dare risposte ai suoi bisogni, diventano violenti o alternano atteggiamenti ora indisponibili, ora maltrattanti, senza che il bambino possa prevederlo, fanno maturare uno stile di attaccamento che assume tratti deformati e disfunzionali. Si comprende, quindi, l’importanza di attuare ogni sforzo utile a promuovere lo sviluppo di attaccamenti funzionali e a contribuire alla prevenzione o alla ristrutturazione precoce di quelli disfunzionali.

Legami familiari integrativi

L'affidamento familiare consente di tessere intorno al bambino legami nutritivi e significativi, un sostegno su cui contare nel momento del bisogno che permette al bambino di vivere l’esperienza di uno "scudo protettivo", dove l’adulto si propone come tramite e filtro rispetto ai vissuti molto intensi e potenzialmente traumatici. Possono stimolare, poi, nuovi processi di identificazione-imitazione e consentire la possibilità di modificare, nel tempo, i modelli operativi interni che costituiscono per il minorenne l’ossatura dell’idea di sé e del mondo.

Occorre dedicare attenzione alle cure che vengono prodigate, non solo in quanto esse soddisfano le esigenze attuali del bambino, ma anche in quanto possono guarire il passato e porre le basi del futuro. Un adulto positivo può accompagnare un minore che ha vissuto un evento traumatico nel riorganizzare il suo percorso di vita ed essere per lui un “tutore di resilienza”, offrendo sicurezza senza entrare in conflitto o in competizione con i suoi genitori e la sua famiglia.

Se desideri continuare a leggere i contenuti del libro "Promuovere l'Affidamento Familiare - Buone prassi e indicazioni metodologiche per l'intervento dei Servizi Sociali",  clicca qui.

 

NOTE

Estratto del libro di M.Giordano, "Promuovere l'AffidamentoFamiliare - Buone prassi e indicazioni metodologiche per l'intervento deiServizi Sociali", Franco Angeli, 2019, pp.13-21.

Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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