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Strumenti e aree di indagine: nucleo familiare, lavoro, scuola, tempo libero. Analisi del reato e disagio dell’adolescente.
Semplice acquisizione di informazioni o elemento qualificante del processo minorile?
Nel processo penale minorile, oltre che accertare il reato commesso dal minore, è importante effettuare «un lavoro volto ad afferrare la realtà esistenziale del minore, i medesimi pseudo-valori che la permeano, i giochi relazionali in cui è immerso, le risorse personali, familiari e ambientali»[1]. «Nell’analisi di contesto che si vuole realizzare, oltre che tener conto del contesto socio-economico nel quale è collocato, bisogna tener conto anche dell’impatto che abbiano potuto avere un valido stile educativo e modelli morali di riferimento »
«Pertanto è importante descrivere la natura emotiva delle relazioni che influiscono sullo sviluppo del minore»
ART. 9 Codice processo penale minorile
«La norma cardine del processo penale minorile è l’art. 9 D.P.R. 448/1998 la quale attribuisce agli organi giudiziari (pubblico ministero e giudice) il compito di acquisire nel corso del processo elementi circa le condizioni e le risorse personali, familiari, sociali ed ambientali del minorenne al fine di accertare il grado di responsabilità, valutare la rilevanza sociale del fatto nonché disporre le adeguate misure penali e adottare gli eventuali provvedimenti civili»[2]Il seguente articolo continua enunciando che: «Agli stessi fini il pubblico ministero e il giudice possono sempre assumere informazioni da persone che abbiano avuto rapporti con il minorenne e sentire il parere di esperti, anche senza alcuna formalità»[3]
L’accertamento di personalità è uno strumento strategico poiché l’obiettivo è quello di prendere in considerazione gli aspetti familiari, sociali in una logica di dinamismo, ossia ogni aspetto non viene trattato separatamente . La personalità del minore costituisce un elemento chiave per la spiegazione del comportamento deviante ma non è l’unico elemento di cui va tenuto conto.
«Nello spazio profilato dall’esigenza di rileggere l’evento reato e svelare i significati da esso veicolati, le modalità con cui procedere alle indagini sulla personalità debbono pertanto tener conto delle fatiche conosciute dal minore nel corso del suo sviluppo, dalle eventuali condizioni di partenza sfavorevoli, degli eventi traumatici che possono averne costellato la storia»[4]
Il secondo comma dell’art. 9 enuncia due strumenti speciali di indagine: l’assunzione di persone che abbiano avuto rapporti col minore e l’acquisizione del parere degli esperti. Le persone che hanno avuto rapporti con il ragazzo contribuiscono alla costruzione della storia familiare. Il ruolo degli esperti è fondamentale perché garantiscono l’apporto di un expertise tecnico nelle varie valutazioni e accertamenti.
Diverse aree di indagine
La concretizzazione dell’accertamento avviene tenendo conto di diverse aree di indagine che è necessario prendere in considerazione «in vista della formulazione delle ipotesi interpretative del disagio dell’adolescente e della rappresentazione delle possibili evoluzioni».[5]
Al fine di poter descrivere le caratteristiche del minore e della sua famiglia, è necessario focalizzarsi sia sulla composizione del nucleo che sulla natura delle relazioni familiari. Pertanto è importante descrivere la natura emotiva delle relazioni che influiscono sullo sviluppo del minore. Qualora fossero presenti, è essenziale riflettere sulle aree di conflittualità, sulle cause che le hanno generate.
«Per quanto attiene al lavoro, si guarda alla collocazione lavorativa attuale e pregressa, alle eventuali difficoltà di inserimento, alla durata e alle caratteristiche(di stabilità, temporaneità o saltuarietà) dell’impiego»[6]. L’attenzione la si punta sulla carriera scolastica analizzando l’apprendimento del ragazzo, i rapporti che ha instaurato con i compagni di classe e quindi, il grado di socializzazione. La mancanza di una buona integrazione scolastica porterà maggiori difficoltà nella ricerca del lavoro. Il lavoro e la scuola, risultano essere due strumenti fondamentali per poter comprendere quanto il minore sia gratificato e si senta realizzato professionalmente.
Analizzare il tempo libero del ragazzo, vuol dire tener conto di come il minore impiega il suo tempo, se è iscritto a qualche associazione ricreativa, analizzare il gruppo dei pari che frequenta, con quale assiduità e il grado dello stesso rapporto.
Rispetto all’analisi del reato, il riferimento è «sia sugli aspetti oggettivabili (tipologia, eventuali precedenti, modalità di commissione) sia alle valenze simboliche e psicologiche (significati che il minore e i genitori attribuiscono all’evento illecito e ai relativi risvolti a livello processuale)».[7]
Sebbene le diverse aree di indagine vogliono analizzare aspetti diversi, ogni area ha un’importanza rilevante perché consente di «formulare delle ipotesi interpretative del disagio dell’adolescente e della rappresentazione delle sue possibili evoluzioni.»[8]
Note:
[1] Ugo Ciaschini, Servizio sociale minorile e giustizia penale, Carocci editore, 2012, p.171.
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