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Care Leavers: cosa succede dopo la maggiore età? Parte I
Emarginazione sociale e conflitto emotivo: il passaggio all'età adulta dei minori con un passato turbolento. L'attenzione ai fattori protettivi.
Il passaggio all'età adulta
Quando parliamo di Care Leavers facciamo riferimento a quei giovani ragazzi maggiorenni, con alle spalle storie difficili, che durante il passaggio all'età adulta si ritrovano a dover affrontare una serie di sfide1.
Parliamo di ragazzi che non hanno mai conosciuto i loro genitori, che sono stati allontanati dal proprio nucleo familiare per seri problemi - si pensi ai casi di violenza domestica e/o di abusi - o, ancora, con un passato caratterizzato da affidamenti non andati a buon fine.
Al compimento della maggiore età, i percorsi di tutela previsti per il minore si interrompono e, per la società, essi spesso diventano “invisibili”. Nella maggior parte dei casi, infatti, vengono lasciati da soli nel fronteggiare eventi molto importanti quali, ad esempio, l’autonomia abitativa, quella economica e lavorativa. Essendo questi aspetti della vita particolarmente complessi, non vanno assolutamente sottovalutati, soprattutto a causa delle possibili conseguenze negative - dal punto di vista psicologico - che potrebbero riversarsi sul ragazzo e dei relativi pregiudizi consequenziali alla condizione cui deve far fronte.
<<L’avvenire è la porta, il passato ne è la chiave>>
Sfide complesse: passato e futuro a confronto
Per i giovani cresciuti lontani dalla propria famiglia, il passaggio alla vita adulta comporta il dover affrontare vari aspetti della vita non sempre facili: il primo è il confronto con il proprio passato, doloroso e difficile; il secondo, invece, è il riuscire a dover costruire il proprio futuro, nonostante esso sia caratterizzato da preoccupazioni rilevanti. In questa fase della vita, passato e futuro si intersecano frequentemente, costituendo le due facce della stessa medaglia.
Un altro aspetto su cui porre l'attenzione riguarda l’impatto che la fuoriuscita dal servizio di tutela del minore provoca sul suo benessere psichico, infatti: «I giovani collocati in strutture residenziali soffrono più spesso di problemi multipli rispetto ai loro coetanei e anche la probabilità della loro emarginazione è significativamente più alta2». Maggiore in questi casi è la possibilità di riscontrare rilevanti stati d'ansia, depressione, bassa autostima, problemi dal punto di vista comportamentale ed emotivo e così via. Tali difficoltà, se non affrontate tempestivamente con interventi adeguati, possono peggiorare o diventare croniche.
Quali sono i fattori protettivi?
Negli ultimi anni si è posta l'attenzione su quei fattori protettivi che possono aiutare ad affrontare la fase di transizione dall’età adolescenziale a quella adulta e indipendente.
È emerso che il divertirsi, avere degli amici, il riuscire a costruire una buona rete di supporto e di sostegno, il mantenere contatti con gli operatori che si sono dedicati al loro sviluppo e al loro benessere, è di fondamentale importanza. Utile, inoltre, potrebbe essere il soffermarsi sui loro interessi, passioni e gusti: da diversi studi è emerso che risulta essere positivo svolgere sport o attività di gruppo, così da poter rafforzare anche la fiducia che ripongono nel prossimo.
Bibliografia
[1]
R. Tehila, «Narratives of care leavers: What promotes resilience in transitions to independent lives?» Children and youth services review, vol. 79, pp. 1-9, 2017.
[2]
T. Katri, S. Pirkko, A. Puustelli e L. Häggman, «Somatic and mental symptoms, medical treatments and service use in aftercare – Document analysis of Finnish care leavers» Children and Youth Services Review, vol. 114, 2020.
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