📬 Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità? Iscriviti alla Newsletter!
Complimenti!
Siamo lieti della tua iscrizione alla nostra newsletter. A breve inizierai a ricevere i nostri aggiornamenti.
In segno di benvenuto desideriamo farti un dono prezioso. Se vuoi, puoi accedere gratuitamente ad uno dei nostri corsi FaD Metodologici da 2 crediti.
Visita il "Negozio", scegli il corso che ti interessa e segnalacelo inviando un sms al numero 380 749 3597.
In breve tempo ti ricontatteremo al numero dal quale ci avrai scritto e attiveremo il tuo accesso gratuito al corso. Cordiali saluti, dr.ssa Carmela Carotenuto (responsabile del tutoraggio del Centro Studi).
Assistenti sociali e COVID-19. Ruolo, compiti e precauzioni
Circolare Cnoas del 16 marzo 2020: servizi indifferibili, situazioni urgenti, colloqui in presenza, visite domiciliari, riunioni, persone senza dimora, attività informativa.
Qual è il ruolo degli Assistenti Sociali in tempo di pandemia?
Fin dall’inizio dell’emergenza Covid-19, come assistenti sociali ci siamo interrogati su quali fossero i comportamenti con cui affrontare questa inedita e drammatica situazione: qual è il nostro ruolo? Quali sono i doveri? Quali le tutele e i diritti?
In particolare, il Consiglio Nazionale ha indicato il dovere di garantire i servizi indifferibili, in particolare in merito alla presa in carico delle situazioni urgenti. Ha quindi offerto indicazioni relative ai colloqui in presenza, alle visite domiciliari e alle riunioni. Si è infine soffermato sul sostegno alle persone senza dimora e sulle attività informative.
«Il Consiglio Nazionale ha indicato il dovere di garantire i servizi indifferibili»
Servizi indifferibili ed essenziali
Assai efficace, nelle prime righe della circolare, il riferimento al “doppio ruolo” in cui si può trovare ciascun Assistente Sociale: «potenziale vittima e soccorritore allo stesso tempo».
La circolare – pur invitando alla verifica delle disposizioni delle singole amministrazioni regionali – chiarisce innanzitutto che il Servizio Sociale Professionale rientra tra i servizi indifferibili ed essenziali che devono essere garantiti.
Anzi, a questo proposito, il presidente Gazzi sottolinea che «l’Assistente Sociale deve sollecitare e promuovere, nell’ambito della propria organizzazione, protocolli specifici per garantire continuità e sicurezza del percorso di aiuto e segnalare ai propri responsabili le situazioni di rischio concreto e urgente per le persone seguite».
Situazioni non urgenti
Più in dettaglio, la Circolare del 16 marzo 2020 precisa che occorre distinguere – possibilmente mediante una valutazione di équipe – tra le situazioni “non urgenti”, per le quali è possibile ipotizzare un rinvio degli interventi ad un momento successivo all’emergenza limitandosi alle sole azioni realizzabili da remoto (telefonate, videochiamate…), e le situazioni “urgenti”, verso le quali bisogna evitare ogni forma di mancata o ridotta tutela.
Colloqui e visite domiciliari
La circolare chiarisce che, nello svolgimento degli interventi, è possibile non effettuare colloqui in presenza e visite domiciliari qualora non siano «garantite le regole di sicurezza imposte dalla normativa vigente in tema di distanza minima di sicurezza e protezione individuale».
In queste situazioni gli Assistenti Sociali dovranno «rendere una segnalazione in forma scritta al proprio Ente e ai Responsabili per la Sicurezza, la Prevenzione e la Protezione (RSPP), evidenziando gli elementi di rischio per la propria salute e della persona in situazione di necessità o rischio».
Riunioni
In merito alle riunioni (d’équipe, di staff, di rete, etc.) la circolare precisa che, in ossequio ai Decreti della Presidenza del Consiglio dei ministri, esse vanno svolte esclusivamente per via telematica o a distanza e che, ove ciò non fosse possibile, occorrerà assolutamente utilizzare «spazi ampi che possono essere areati, garantendo le distanze personali e indossando i dispositivi di sicurezza idonei».
Persone prive di dimora
Particolare attenzione va posta verso le situazioni di grave marginalità sociale e nei confronti delle persone prive di dimora, che vanno segnalate e assistite mediante «azioni per ridurre i rischi di contagio e stigma».
Questo si traduce in variegate attività e attenzioni, tra le quali, ad esempio: la predisposizione di protocolli di sicurezza; la diffusione delle informazioni relative alle modalità di prevenzione del contagio; il sostegno psico-sociale alla popolazione e, in particolare, a quei malati che si trovano a casa, alle persone in quarantena e ai loro familiari.
Il “Dopo Virus”
Ultima indicazione offertaci dalla circolare ci inviata a «cominciare a predisporre un piano di lavoro per il “dopo virus”». Qui le responsabilità di tutti noi Assistenti Sociali saranno ancora più grandi.
Assistente sociale, presidente nazionale della Federazione Progetto Famiglia, Docente di Principi e Fondamenti del Servizio Sociale presso le Università “Federico II” di Napoli e “Aldo Moro” di Bari, Docente di Metodi e Tecniche del Servizio Sociale presso le Università della Calabria e dell’Aquila.
Ti andrebbe di scrivere un articolo per il nostro blog?
Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)