Autismo: integrazione sociale e sostegno alle famiglie. PARTE II

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Autismo: integrazione sociale e sostegno alle famiglie. PARTE II

Forme di auto-mutuo-aiuto: autonomia, coordinamento e coinvolgimento. Scuola: incontri formativi e autodeterminazione. Musicoterapia: ascolto e comunicazione.

Coordinamento dei servizi

Il servizio sociale, in collaborazione con i servizi sanitari, dovrebbe sostenere l’istruzione e l’inclusione sociale attraverso programmi educativi specifici perché nessuna persona con autismo deve essere privata della libertà di sviluppare le capacità indispensabili a condurre una vita indipendente.

I soggetti con autismo dovrebbero poter contare su una prospettiva di vita adulta indipendente e su programmi di supporto e di educazione  all’autonomia rispetto alla famiglia. Inoltre occorre aiutare i familiari a mantenere, il più possibile, lo stile di vita e i rapporti sociali che avevano prima della nascita del bambino.

È necessario, quindi, che vengano organizzati anche periodi di “pausa” che consentano ai familiari di trovare nuove energie per affrontare le difficoltà della vita quotidiana.  Risulta necessario coinvolgere e coordinare i vari servizi, in modo da elaborare specifiche strategie di intervento. Inoltre è di fondamentale importanza la formazione specifica e costante della famiglia e dei vari operatori.

«La scuola rappresenta la migliore opportunità per integrarsi. Sarebbe utile far conoscere ai bambini i comportamenti comuni dei soggetti con autismo, in modo che loro possano capirli ed aiutarli»

Integrazione relazionale del bambino con autismo

La scuola rappresenta la migliore opportunità per essere a contatto con coetanei attraverso cui apprendere e integrarsi. Sarebbe utile far conoscere ai bambini i limiti e i comportamenti comuni dei soggetti con autismo, in modo che loro possano capirli ed eventualmente aiutarli.

Questo può avvenire attraverso la creazione, da parte del servizio sociale, di incontri formativi sull’argomento, preferibilmente all’interno della scuola stessa. E ‘importante per questi bambini avere un amico che riesca a capirli, che sappia come relazionarsi con un bambino con autismo.

Inoltre, il servizio sociale dovrebbe aiutare la rete relazionale del soggetto con autismo a proteggerlo, assicurandosi che a quest’ultimo venga garantita una vita dignitosa e libera. Tutto ciò attraverso esperienze di capacità, accompagnando così il bimbo e la famiglia alla “speranza appresa”. Il servizio sociale non deve quasi mai sostituirsi, ma accompagnare chiunque verso l’autodeterminazione.

La musicoterapia “aiuta” il servizio sociale

Un intervento volto a superare grandi ostacoli come quello di una comunicazione compromessa, propria dei soggetti con autismo, è la musicoterapia. Attraverso il gioco musicale si creano attimi di ascolto in cui l’altro, con uno sguardo o un movimento, ti farà capire che è presente e che non riesce a nascondere di essere sensibile al bello.

La musicoterapia agisce quindi sulle competenze basilari di ogni essere umano. Le abilità ad essa collegate consistono nel gestire, organizzare e qualificare quelle competenze che nel caso dell’autismo sono interrotte o deficitarie. Il percorso si concentrerà sull’aspetto sensoriale e motorio, cercando di aprire un varco attraverso quel guscio apparentemente inaccessibile.

L’esperienza musicale può quindi costituire una delle chiavi per entrare nel mondo delle persone con autismo, perché essa diventa uno strumento di mediazione tra le persone e il mondo esterno e consente di esprimere o ricevere quelle emozioni che non sono comunicabili attraverso il canale verbale.

In conclusione, nonostante la musicoterapia non sia ancora scientificamente riconosciuta, è stato notato che i bambini sottoposti a questo tipo di terapia hanno avuto miglioramenti nella comunicazione e nell’interazione sociale.

Sarebbe quindi molto utile introdurre un approccio musicale all’interno di qualsiasi iniziativa indirizzata ai bambini con autismo. Il servizio sociale ha quindi il compito cruciale in quanto è suo dovere elaborare ed attuare progetti personalizzati di assistenza e stimolare azioni che diano pari opportunità a tutti. 


Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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