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Come costruire basi sicure contro abusi e maltrattamenti: home visiting
Teorie e percorsi di accompagnamento verso genitorialità positive. Base sicura, comportamenti maltrattanti e igiene mentale del bambino. Home-visiting e prevenzione.
Attaccamento sicuro
Intorno agli anni ’50 si afferma un pensiero che ha cambiato la visione dello sviluppo umano. Le relazioni affettive precoci influiscono sulla vita psichica dell’uomo in tutte le tappe del ciclo di vita. John Bowlby (1907 – 1990), psicoterapueta e pediatra londinese, elabora un costrutto teorico a partire dagli effetti della deprivazione materna: La teoria dell’attaccamento.
L’autore mette al centro la relazione diadica madre-bambino e sottolinea l’importanza della qualità degli scambi significativi. Citandolo: «il percorso lungo il quale l’individuo svilupperà la sua personalità è influenzato in larga misura dal modo in cui viene trattato da chi si prende cura di lui […]» [1]
Un neonato nei primi mesi di vita ha bisogno di una figura primaria che per lui, e spesso insieme a lui, si attiva per cercare di prevenire conseguenze devastanti e psicopatologiche nella vita futura dell’adulto. Ma come può una donna già essa stessa abusata e/o maltrattata, trasmettere risposte adeguate e contribuire alla costruzione di una personalità forte e sicura nel figlio? Il motto prevenire è meglio che curare perde di validità dal momento in cui non si offre una risposta concreta.
«Entrare nelle dinamiche relazionali per offrire un sostegno alle competenze genitoriali, vuol dire conoscere l’intimità e la “temperatura” dell’ambiente di vita del bambino e della sua famiglia»
L’home visiting come servizio di prevenzione
Entrare nelle dinamiche relazionali per offrire un sostegno alle competenze genitoriali, vuol dire conoscere l’intimità e la “temperatura” dell’ambiente di vita del bambino e della sua famiglia. Un ambiente sensibile e responsivo ai bisogni del bambino pone le basi per un percorso di vita più sano perchè trasmette all’adulto di domani maggiore sicurezza nell’affrontare le difficoltà della vita.
Poniamo ora l’attenzione sugli ambienti di vita nocivi e sui maltrattamenti e abusi sui bambini. La costante presenza di famiglie disagiate e di genitori disfunzionali ha alimentato l’esigenza, da parte dei servizi, di intervenire preventivamente non soltanto per ridurre il rischio che in futuro si presentino situazioni indesiderate, ma soprattutto per promuovere le risorse e migliorare le condizioni di benessere psico-fisico.
L’HV, fedele al filone relazionale, si concentra prevalentemente sulla qualità della relazione madre-bambino, molto spesso disturbata e compromessa da svariate condizioni, sia individuali che contestuali, che possono esporre il bambino ad un aumento del rischio psicopatologico in età adulta. Si riscontra, a livello statistico, il successo di questo approccio non solo sul piano di intervento di riduzione del rischio ma anche una notevole riduzione dei costi dell’intervento stesso.
Linee guida proposte dal CISMAI
Il 13 Novembre del 2017 sono state elaborate le Linee Guida per gli interventi di Home Visiting da parte del Coordinamento Italiano dei Servizi contro i Maltrattamenti ed Abusi dell’infanzia (CISMAI)[2]. Dal documento si evince un quadro preoccupante riportato dall’OMS Europa che nel 2013 segnala 18 milioni di bambini maltrattati.
A tal proposito serve mettere in campo una strategia preventiva che ostacoli il fenomeno del maltrattamento infantile evitando di attivare, come spesso accade, il meccanismo giuridico di tutela dei minori. L’home visiting, letteralmente visita domiciliare, di basa su un approccio preventivo sistemico interdisciplinare di interventi socio-sanitari (Assistenti sociali, Psicologi, Educatori, Medici, Pediatri, Ostetriche) che non si ferma al mero intervento domiciliare ma si pone mete più ambizione.
Il servizio in questione, di cui l’On. Sandra Zampa ha presentato una importante proposta si legge l’8 marzo 2017, ha una visione precisa di un percorso che accompagna i neogenitori verso una genitorialità positiva, competente e sensibile ai bisogni del bambino nei primi 24-36 mesi di vita.
Servizi Socio-Sanitari e Rete comunitaria
L’OMS[3] ha previsto uno screening per valutare i segnali prodromici di genitoriali vulnerabili come: povertà cronica, pratiche corporali come strumento educativo, monogenitorialità, carenza di reti e inclusione sociali. Lo screening può avvenire anche attraverso reti osservative: consultori familiare, percorsi pre-parto, studi pediatrici.
Tuttavia, concludiamo riportando che l’HV prevede non solo un lavoro interdisciplinare professionale ma soprattutto la presenza di una Rete comunitaria di cittadinanza attiva e terzo settore che lavorano a supporto di un obiettivo superiore che è l’interesse della salute pubblica.
[1]Mario Marrone, “Attaccamento e interazione”, Borla, 1998, p. 55
[2]Linee guida per gli interventi di Home Visiting nella prevenzione del maltrattamento per l’infanzia (2017)
[3]Prevenire il maltrattamento sui minori: indicazioni operative e strumenti di analisi (2006)
Assistente Sociale laureato in “Servizio Sociale” presso la Federico II nel 2016 e attualmente impegnato con il corso magistrale in “Programmazione, amministrazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali” presso UNISOB Napoli. Esperienze come volontario presso Casa di Reclusione Sant’Angelo Dei Lombardi (AV), Operatore presso Comunità di Recupero Tossicodipendenze Fano (PU), Assistente Sociale Casa Accoglienza Iacometti Onlus Caserta e attualmente impegnato nel Privato accreditato presso ambito A1 Ariano irpino: Progetto Pippi, Anziani, Inclusione scolastica. Sensibile al tema Minori e Famiglie. Appassionato musicista e hobbista della fotografia
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