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Competenze emotive: il ruolo dell’empatia nelle professioni di aiuto
Cos’è l’empatia. Comprensione e comunicazione empatica; ascolto attivo; gestione del carico emotivo; sviluppare l’empatia.
Cosa s’intende per empatia?
Quando si parla di empatia si fa riferimento alla capacità del soggetto di comprendere e capire le emozioni, i sentimenti e gli stati d’animo dell’altra persona. Riuscire ad assumere un atteggiamento di tipo empatico significa avere quelle capacità professionali che permettono al professionista di ‘entrare nell’altro’ durante la relazione di aiuto, mantenendo la giusta distanza emotiva. Essere empatici non porta a sostituirsi all’altro ma a comprenderlo.
«La più alta espressione dell’empatia è nell’accettare e non giudicare»
L’assistente sociale e l’empatia
Durante lo svolgimento della sua professione l’assistente sociale ha l’obiettivo primario di instaurare una relazione di fiducia con il suo interlocutore. Per giungere alla realizzazione di tale scopo, il professionista dovrebbe possedere tutte quelle capacità professionali che gli permettono di assumere un atteggiamento caratterizzato dall’empatia nei confronti del soggetto che formula la domanda.
Il saper essere empatici rappresenta uno dei compiti più impegnativi del lavoro assistenziale ma è proprio attraverso questo tipo di atteggiamento che è possibile creare relazioni di aiuto significative e favorevoli al raggiungimento degli scopi che si vanno a prefissare durante il percorso di aiuto.
Pertanto, in mancanza di tale capacità possono sorgere effetti negativi sul legame tra assistito e assistente sociale; può esservi un blocco da parte della persona nell’esporre i suoi bisogni se non trova di fronte a sé qualcuno capace di capirlo ed ascoltarlo. Per raggiungere un livello ottimale di empatia è importante sviluppare una buona disponibilità all’ascolto e immaginare un modo di vedere e sentire le cose diverso dal proprio.
Comunicazione empatica
La comunicazione empatica rappresenta la capacità di saper ascoltare l’altro comprendendo in maniera assoluta il punto di vista dell’interlocutore, entrare nel suo mondo. Ciò che rende efficace la comunicazione è la presenza di due elementi fondamentali quali: la comprensione e l’ascolto attivo.
Nel primo caso, ovvero la comprensione empatica si basa principalmente sulla componente emotiva del racconto e fornisce informazioni importanti sullo stato d’animo della persona. Questo tipo di comprensione permette al soggetto di parlare liberamente in quanto è consapevole che chi ascolta è in grado di comprendere ciò che sta vivendo; il secondo elemento indica la capacità del professionista di mettere in atto un ascolto attivo, ossia un ascolto caratterizzato da un elevato grado di partecipazione e non basato sulla semplice recezione delle informazioni (ascolto passivo).
Pertanto, sarebbe opportuno favorire una maggior comunicazione empatica attraverso domande di chiarimento o riprendendo ciò che è stato detto fino al quel momento; in questo modo si dà prova al soggetto di essere compreso ed ascoltato. La comunicazione empatica aiuta ad evitare conflitti, malintesi e pregiudizi.
La gestione dei propri sentimenti
Nel cammino verso l’empatia è importante capire e comprendere le emozioni dell’altro ma allo stesso tempo è essenziale ed opportuno per il professionista essere in grado di gestire le proprie.
Dunque, se da un lato si ha l’obiettivo di recepire i sentimenti della persona che si ha di fronte dall’altro non bisogna mettere da parte i propri. Un’eccessiva dose di empatia, a differenza di come si potrebbe pensare, non permette al professionista di raggiungere risultati ottimali nella relazione ma conduce ad una ridotta capacità di prendere decisioni e crea situazioni di stress fisico e psicologico.
L’operatore che è capace di riconoscere i propri sentimenti e di accettarli, che siano essi positivi o negativi, sarà a sua volta capace di comprendere e di accettare gli stati d’animo dell’altro. La base dell’empatia è la consapevolezza di sé.
Conclusioni
L’empatia può essere sviluppata? La risposta è si, l’empatia può essere sviluppata, praticata, allenata. Per far si che ciò accada è importante:
1. Porsi nell’ottica dell’altro evitando qualsiasi forma di pregiudizio;
2. Mettere in atto un ascolto attivo prestando attenzione anche al linguaggio non verbale;
3. Saper gestire il carico emotivo differenziando gli stati d’animo dell’altro senza confonderli con i propri;
4. Dare feedback positivi su ciò che si sta comprendendo cosi da far sentire la persona “accettata”;
Pertanto, è importante tener presente un’azione fondamentale in questo contesto ossia saper dosare il sentimento empatico. Ciò si traduce nel prevenire situazioni di assenza o eccesso di empatia, entrambi i casi sono due estremi che non portano nessun beneficio né per l’assistito né per il professionista.
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