Comunità: vincolo o risorsa nelle misure alternative alla detenzione?

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Comunità: vincolo o risorsa nelle misure alternative alla detenzione?

Analizzare l’ambiente e valorizzare la comunità. Appartenenza e panorami diverse: nuove opportunità.

Misure alternative alla detenzione e ruolo della comunità

Abbracciare e analizzare aspetti sociali, interpersonali, familiari e ambientali è l’aspetto cruciale nelle misure alternative alla detenzione. Diventa opportuno per l’operatore intercalarsi sia sui vincoli e sui problemi sia sulle risorse e sulle potenzialità (attive e/o attivabili) che la comunità in cui vive la persona sottoposta a misure alternative alla detenzione può avere.

«Per gli operatori che lavorano con questi giovani l’esplorazione di simili varchi comporta “il coraggio" di attraversarli fino in fondo»

L’importanza dell’analisi dell’ambiente di vita del ragazzo

La composizione ed il funzionamento del nucleo familiare del ragazzo e le relazioni che egli ha all’interno del contesto territoriale comunitario, sono fattori fondamentali per comprendere al meglio su quali punti intervenire per attuare un buon progetto di messa alla prova.

È necessario soffermarsi sull’integrazione del minore nell’ambiente quotidiano di vita, con riferimento ai percorsi formativi e lavorativi, analizzare, cioè, gli eventuali insuccessi scolastici (bocciature) o lavorativi (saltuarietà, difficoltà di inserimento) riconducibili anche alla possibile negatività dei rapporti interpersonali costruiti con compagni/colleghi e insegnanti/datori di lavoro.

Realtà ambientali negative

Vero è che le difficoltà ambientali possono essere complesse e incisive sul percorso di crescita del ragazzo. La messa alla prova, dunque, viene attuata nei confronti delle persone cosiddette “a rischio”, che possono trovarsi in realtà ambientali, familiari e sociali dedite ad attività delinquenziali.

Conoscere “panorami” diversi

Con le prescrizioni contenute nel progetto e gli interventi che si attuano nei servizi, si vogliono dare ai ragazzi impulsi idonei per reindirizzarli verso un percorso di vita fatto di valori positivi e di rifiuto dell’illegalità.

Conoscere “panorami” diversi da quelli in cui sino ad allora si è sviluppata l’identità del ragazzo, come ad esempio l’accesso a centri ricreativi, ai gruppi sportivi, ecc.), può portare ad un’inversione di tendenza, incidendo costruttivamente sul disagio del soggetto.

Molte volte, solo attraverso “ricerche avventurose” basate sull’intraprendenza degli operatori si riescono ad inquadrare quelle opportunità che la comunità offre per costruire un progetto creativo.

La comunità che crea appartenenza

Il livello di investimento nella comunità come, ad esempio, in un impegno di pubblica utilità, in un’attività culturale, in uno sport e la determinazione con cui viene perseguito, diventa per il ragazzo un input favorevole nel suo percorso di crescita. Tutto ciò a patto che avvenga in spazi sociali ricchi di risorse aggregative e di riferimenti in grado di favorire un processo di empowerment della popolazione giovanile.

E’ attraverso l’organizzazione di una vasta rete di relazioni in ambito comunitario, il grado di coinvolgere i ragazzi in iniziative e percorsi nuovi, stimolanti e costruttivi, che si aiuta a sviluppare un maggior senso di responsabilità.

Con la messa alla prova si dà possibilità al giovane di cambiare il suo stile di vita modificando abitudini, abbandonando certe compagnie e certi ambienti, dedicandosi ad un impegno di studio o di lavoro, rispettando determinati doveri e avvicinandosi a nuovi contesti relazionali. Si creano così occasioni e opportunità il cui il giovane può esprimersi e a cui forse, prima, non aveva mai avuto occasione di accostarsi.



Bibliografia e sitografia:

-https://luathoangphi.vn/wp-content/uploads/2021/01/con-nguoi-la-gi-768x536.png?v=1610616584

-Ugo Ciaschini, Servizio sociale minorile e giustizia penale. Cornice istituzionale e dimensione territoriale, Carocci, 2012

 


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