L’affido familiare in ottemperanza al diritto alla famiglia (parte I)

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L’affido familiare in ottemperanza al diritto alla famiglia (parte I)

Servizio sociale e affidamento, punto di partenza per nuclei in difficoltà. L’esigenza del minore di poter crescere in famiglia.

Da ingiustizia ad opportunità: una nuova lettura degli interventi  

E` dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la Legge provvede a che siano assolti i loro compiti. […]”  

Ciò è quanto viene stabilito dall’Art. 30 della Costituzione Italiana, principio inviolabile che riconosce e garantisce il diritto del bambino di vivere in famiglia, in condizioni considerate idonee per un equilibrato sviluppo. Qualora dovessero venir meno queste stesse condizioni, la Legge legittima l’intervento delle Istituzioni affinché la situazione possa essere risanata. Tuttavia, è impossibile negare quanto, in passato, gli Assistenti Sociali siano stati considerati e identificati come “ladri di bambini”1. Questa figura professionale, infatti, per poter affermare e legittimare il proprio ruolo nella società ha, per molto tempo, dovuto “lottare” con pregiudizi e antiche dicerie, talvolta tuttora ancorati in alcune personalità. Distorta era la visione adottata nei confronti delle finalità insite nelle azioni intraprese dagli assistenti sociali, soprattutto quand’esse riguardavano il supporto fornito a nuclei familiari con evidenti difficoltà nell’educare, crescere e supportare i minori presenti: piuttosto d’esser considerate come una forma di tutela nei confronti di quest’ultimi, esse erano avvertite come vere e proprie ingiustizie. Molteplici, seppur tardivi, sono stati gli interventi legislativi che hanno contribuito a mutare questa ideologia, proponendo una prospettiva diversa che ha incentivato sempre più la collaborazione tra Servizio Sociale e i membri della comunità.  

«La famiglia è il luogo in cui noi ci formiamo come persone. Ogni famiglia è un mattone che costruisce la società» 

Cos’è l’affido familiare?  

L’ordinamento italiano, con la Legge 4 Maggio 1983 n.184 “Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori”2, non solo garantisce ad ogni minore il diritto ad avere una famiglia, altresì disciplina e contempla quelle situazioni nella quale vi è l’impossibilità temporanea, da parte del nucleo, di provvedere al loro benessere, alla loro crescita e alla loro educazione per variegati motivi. In questo articolo, nello specifico, ci soffermeremo sull’istituto dell’affido familiare contemplato nel Titolo I – Titolo I-bis della medesima Legge.  

L’affido familiare è un istituto giuridico volto a tutelare quei minori che vivono una situazione di temporanea difficoltà, una situazione disfunzionale per una crescita equilibrata. In casi del genere, proprio per sopperire determinate carenze sopraggiunte (affettive e/o non), la Legge prevede che questi ultimi possano essere affidati ad un’altra famiglia (integrativa a quella d’origine) ad una persona singola o anche ad una comunità di tipo familiare. 

Da quanto affermato, i caratteri fondanti di questo istituto s’evince che siano la temporaneità, la continuità del rapporto tra il minore e il nucleo d’origine e, infine, l’auspicato rientro dello stesso nella sua famiglia, allorquando si sia accertato che le cause che hanno fatto sì che il nucleo fosse considerato inidoneo per una sana crescita siano state superate.  

L’affido ha, in generale, una durata di due anni ma, talvolta, è possibile ricevere un periodo di proroga stabilito dal Tribunale per i Minorenni.  

Quali sono le modalità di affido?  

Molteplici possono essere le modalità di affido, ognuna delle quali risponde concretamente alle esigenze insorte nel nucleo familiare preso in carico, sprovvisto temporaneamente delle risorse necessarie.   

L’affidamento può essere: 

  • Consensuale: esso viene disposto con atto amministrativo dal Servizio Sociale locale, previo consenso da parte dei genitori o da chi ne esercita la responsabilità genitoriale. Sarà, poi, il Giudice Tutelare competente a rendere esecutivo il provvedimento preso. 
  • Giudiziale: qualora i genitori del minore, o gli esercenti della potestà, dovessero mostrarsi contrari all’applicazione dell’istituto, interviene il Tribunale per i Minorenni. Questa tipologia di affido, solitamente, viene presa in considerazione per situazioni familiari gravi e difficili (basti pensare a casi caratterizzati dalla presenza di violenze, da abusi e soprusi, da maltrattamenti o dipendenze) e contempla la partecipazione attiva del minore. Prima di disporre l’affido familiare, infatti, il minore che ha compiuto dodici anni viene ascoltato dal giudice tutelare; in caso contrario, sarà la stessa autorità giudiziaria a valutare quali siano le modalità maggiormente opportune per coinvolgere il bambino nella procedura3. 
  • Intra - familiare: il minore viene temporaneamente affidato all’interno della stessa rete familiare; i parenti presi in considerazione sono coloro che rientrano fino al IV grado di parentela. Questa tipologia di affido dona la facoltà agli stessi genitori di poter individuare familiari che possano prendere in carico il bambino; saranno, poi, gli assistenti sociali a valutare l’ambiente scelto e propostogli, a valutarne i requisiti e fornire o meno il loro consenso; 
  • Extra - familiare: il minore viene affidato a persone estranee al nucleo di origine, che siano esse famiglia, una coppia convivente, una persona singola o una comunità familiare;  
  • Residenziale: il minore vive in modo stabile con gli affidatari; 
  • Diurno/semiresidenziale: il minore trascorre una parte, o solo alcune ore, dell’intera giornata con le persone affidatarie; 
  • Parziale: il minore trascorre con la famiglia affidataria solo determinati periodi stabiliti (ad esempio, il weekend). In questo caso specifico, si evidenzia ancor di più la funzione di supporto alla famiglia di origine in difficoltà da parte degli affidatari4 

 

Fonti 

  1. Espressione derivante dalla riflessione contenuta nel libro di M. Giordano, “Gli Assistenti rubano ancora i bambini?” - Deontologia del servizio sociale e tutela dei minorenni con gravi difficoltà familiari nell'epoca della crisi del welfare, Punto Famiglia, 2016; 
  2. Normativa che, nel 2001, ha assunto la denominazione “Diritto del minore ad avere una famiglia”; 
  3. S. Mirabelli, “Come funziona l’affido familiare?”, La Legge per tutti-Informazione e consulenza legale, 24 Dicembre 2020; 
  4. Avv. G. Vassallo, “L'affido familiare- Guida all’istituto disciplinato dalla Legge 4 maggio 1983, n. 184”, Altalex , 28 Gennaio 2020. 

 


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