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Commissione di inchiesta sull’affido e le comunità: diritti del minorenne e genitorialità positiva
Servizi a supporto del minore e della famiglia. Aiuto, protezione e sostegno.
Una commissione parlamentare per bambini e famiglie
La Camera ha istituito una commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono i minorenni e le disposizioni in materia di diritto del minorenne ad aver una famiglia. Sembra che così si riparli del primario interesse delle bambine dei bambini e degli adolescenti. Quale?
«Se una comunità ha a cuore i suoi bambini sostiene i genitori»
Quali sono i diritti del minorenne?
Innanzitutto quello a ricevere un buon trattamento dai propri genitori e dalla comunità adulta che in modo informale ed istituzionale è responsabile di offrire legami nutrienti, serenità ambientale, opportunità di sviluppo.
Quella di godere di aiuto e protezione quando per molteplici motivi ascrivibili ad una cultura adultocentrica – che fa ritenere i genitori padroni delle vite, della salute, del destino dei loro figli – o alle loro infanzie infelici rimaste invisibili è necessario interrompere la convivenza.
Il collocamento fuori famiglia rappresenta un'opportunità per i bambini e per i genitori se segnato non solo da un contesto accogliente e sicuro, ma integrato da adeguati interventi di valutazione, cura, sostegno, riparazione che sul piano educativo, psicologico e relazionale consentono di riparare i danni e di recuperare le possibilità di una convivenza adeguata ai bisogni affettivi e progettuali per i figli.
Cosa manca?
Nel nostro Paese da molti anni ed anche in questa emergenza Covid è risaltato con evidenza che i diritti delle bambine e dei bambini non sono stati tenuti in considerazione, salvo una pur importante attenzione al diritto allo studio che se estraniato da un contesto educativo ed affettivo è abbastanza inefficace soprattutto per i più vulnerabili.
Il pensiero di Bowlby per cui «Se una comunità ha a cuore i suoi bambini sostiene i genitori», non informa le politiche per l'infanzia e le famiglie.
Mancano ancora nel nostro Paese, soprattutto nel Sud, misure a sostegno dell'infanzia e della genitorialità segnate da servizi stabili e non precari, con un'offerta flessibile e non standardizzata, con personale adeguatamente formato e motivato e non depauperato dalla provvisorietà e dalla scarsità di risorse economiche, integrati nelle dimensioni educative, sociali e sanitarie così da poter supportare i genitori, soprattutto i più vulnerabili, ad assumere le loro funzioni con consapevolezza, responsività, centrati sui figli e non sui loro pur legittimi bisogni irrisolti.
Come prevenire?
Il rischio che la commissione parlamentare interpetri molto parzialmente le istanze di tutela può essere scongiurato solo se immediatamente parta un'azione politica che investendo anche adeguate risorse si impegni nel promuovere la genitorialità positiva.
Altre azioni potrebbero essere: il prevenire il mal-trattamento intervenendo fin dalla gravidanza a supporto della vulnerabilità anche con interventi ritenuti efficaci dalla comunità scientifica come l'home visiting; l'attivare servizi a supporto dei figli e dei loro genitori in tutto il Paese; l'implementare un sistema di tutela che garantisca i diritti delle bambine e dei bambini in famiglia e fuori famiglia ad essere visibili e supportati dalla comunità adulta, senza deleghe, senza capri espiatori, in una corresponsabilità che oggi sembra dimenticata.
Assistente Sociale esperta nei percorsi di sostegno alla genitorialità e ditutela minorile, impegnata a Napoli con l’Orsa Maggiore ed il Consultoriofamiliare dell’istituto Toniolo.
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