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Legami nutrienti: una scommessa per la prevenzione del mal-trattamento (parte I)
Genitorialità vulnerabile: Home visiting e percorsi di accompagnamento. Fase di rischio e valutazione preliminare multidisciplinare.
Dai primi mille giorni di vita
Il Progetto Legami Nutrienti1 è nato dal convincimento - fondato sugli studi e sulle esperienze - della centralità di relazioni positive e di prossimità per sostenere i genitori – soprattutto quelli più vulnerabili per le loro infanzie infelici - nell’esercizio della loro funzione e prevenire il multiforme mal-trattamento sui bambini e sulle bambine. Il Progetto – finanziato da Impresa Con I Bambini – ha come capofila L’Orsa Maggiore in un ampio partenariato che riunisce soggetti pubblici (Asl Napoli 1 centro e Napoli 2 nord, Comune di Quarto, CPIA, IC Russolillo, IPM Nisida, Federico II) e del Terzo settore (Associazioni Terra Libera di Quarto e Forza delle Idee, CISMAI, FIMP, Fondazione Città Nuova, Istituto Toniolo, Riflessi, ARS) ed intende rispondere ai bisogni, dai primi mille giorni di vita, connessi alle condizioni di vulnerabilità personale, familiare e sociale che interferiscono con un buon percorso di crescita offrendo ai bambini ed ai genitori un “nutrimento” in termini di sostegno psicologico, sociale, educativo, sanitario, relazionale e promuovendo un sistema di intervento integrato pubblico/terzo settore che possa mettere a punto dispositivi efficaci in questa linea.
«Nel nostro Paese non siamo allenati a riconoscere precocemente il disagio genitoriale ed a connettere le infanzie infelici dei genitori con i rischi per i figli»
La scommessa e i suoi interventi
Si tratta di un intervento di prevenzione del mal-trattamento che mette tempestivamente a fuoco la genitorialità vulnerabile per intervenire precocemente a supporto dei genitori, in una dimensione di aiuto prima che di controllo.
E’ una scommessa perché nel nostro Paese non siamo allenati a riconoscere precocemente il disagio genitoriale ed a connettere le infanzie infelici dei genitori con i rischi per i figli e perché le esperienze analoghe sono ancora a macchia di leopardo; è’ una scommessa perché è centrato su interventi di prossimità: l’Home Visiting soprattutto ed i Percorsi di Accompagnamento ai Legami, integrati con altri interventi quali la Consulenza Psicologica, i gruppi di mamme ecc.
Presenza professionale a domicilio
L’Organizzazione Mondiale della Sanità2 propone come strategia privilegiata di prevenzione del mal-trattamento l’intervento di hv a sostegno alla genitorialità. L’ampia3 letteratura in merito presenta dei risultati generalmente positivi. Le evidenze internazionali ed italianeindicano che requisiti di efficacia sono l’inizio precoce degli interventi e la durata nel tempo.
Da anni si sta assistendo per i neonati, per i genitori, per le puerpere a una rivalutazione di tutti gli interventi fondati su una presenza professionale a domicilio, orientati a migliorare la relazione madre-figlio, incrementare l’uso dei servizi e promuovere il benessere.
L’operatività dell’HV
Recentemente il CISMAI ha prodotto delle Linee di indirizzo4 per sostenere l’operatività.
Non si può pensare che l’HV sia in sé sempre buono, ma sono indispensabili determinate condizioni: è possibile ed efficace lì dove l’intervento è precoce, attivato alla fase del rischio e non del danno conclamato, con una valutazione preliminare e in itinere della situazione, i problemi sono di gravità lieve-media, vi è una disponibilità dei genitori alla cooperazione, l’intervento si colloca in un progetto di rete più ampio, c’è un investimento formativo sugli operatori.
La valutazione preliminare multidisciplinare – o almeno sociale – della situazione consente di comprendere se vi siano i presupposti per un sostegno che consenta di ridurre le difficoltà, tutelare i bambini, promuovere la resilienza.
A volte più fattori – la gravità delle esperienze sfavorevoli dei genitori, soprattutto delle madri, la presenza di psicopatologie gravi, l’assenza di altre figure familiari di supporto – rendono le situazioni, già vulnerabili, estremamente pericolose e l’HV non è sufficiente per deviare una traiettoria di rischio. In tal caso bisogna attivare interventi diversi per proteggere i figli, ma anche i genitori da un’ingravescenza del maltrattamento.
2 OMS, Prevenire il maltrattamento sui minori: indicazioni operative e strumenti di analisi, 2006, Assessorato Sanità, Politiche socio-sanitarie e per l’integrazione, Settore Servizi alla persona Regione Emilia Romagna, pp. 41-42.
3 Si vedano tra gli altri P. Milani, “Tutela del minore e genitorialità: primi appunti per una pedagogia dei genitori”, Minori giustizia, 2007, 3, pp. 27-45; P. Bastianoni, “Il sostegno alla genitorialità fragile: il progetto di affiancamento familiare”, ibidem, 2012, 1, pp. 212-219; A. Talarico, L. Orlandini, “Si può curare anche in casa?”, ibidem, pp. 220-234; M. Rusconi, “Famiglie al centro”, ibidem, 2013, 2, pp. 323-329; M.T. Biancardi, “L’home visiting vista da vicino, in una versione italiana”, in M.T. Biancardi (a cura di), Curare senza allontanare. Esperienze di home visiting per il sostegno educativo alla famiglia, FrancoAngeli, Milano 2013, pp. 23-50; N. Gasparini, “Il sostegno alla genitorialità: modelli ed evoluzione operativa”, in D. Artiaco, M. Giordano, N. Gasparini (a cura di), Il villaggio – buone pratiche di sostegno alla genitorialità, Pisanti, Napoli 2007, pp. 3-22; I. Finzi, F. Imbimbo, S. Kaneklin, Accompagnami per un po’, FrancoAngeli, Milano 2013, pp. 25 ss.
4 CISMAI (2017) Linee Guida per gli interventi di Home Visiting nella prevenzione del maltrattamento all’infanzia
Assistente Sociale esperta nei percorsi di sostegno alla genitorialità e ditutela minorile, impegnata a Napoli con l’Orsa Maggiore ed il Consultoriofamiliare dell’istituto Toniolo.
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