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Per favorire il percorso rieducativo del minore nomade quindi sarebbe necessario intervenire anche sulla rete adottando un approccio sistemico relazionale, in modo da intervenire sui processi comunicativi del sistema di relazioni e apportare un cambiamento partendo dalla radice del problema.
Bisogna però considerare che nella maggior parte dei casi è di estrema complessità scardinare i principi di una cultura, qualsiasi intervento volto alla rieducazione del minore potrebbe essere interpretato come un atto di etnocentrismo, quindi si riuscirebbe ad ottenere solo un'adesione strumentale alle proposte rieducative in modo da ottenere vantaggi processuali.
«L’intervento del Servizio Sociale e la predisposizione di un progetto rieducativo sono ostacolati [...]»
Le conseguenze dei problemi di inserimento sociale
L’intervento del Servizio Sociale e la predisposizione di un progetto rieducativo sono ostacolati principalmente dall’impossibilità di reperire o anche coinvolgere la famiglia di origine, per questo non c’è la possibilità di creare una rete di supporto per il percorso rieducativo del minore.
Inoltre il contatto della famiglia di origine, nel caso dei minori stranieri non accompagnati, sarebbe di fondamentale importanza anche per comprendere la cultura a cui il minore ha fatto riferimento per una parte della sua infanzia e che ancora lo influenza.
Un altro problema di grande rilievo è legato al fatto che questi minori non hanno la documentazione adeguata, quindi anche in caso di adozione di misure alternative, come ad esempio la Messa alla Prova, ci sarebbero difficoltà per l’accesso a corsi di formazione o percorsi lavorativi.
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Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)