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Il servizio sociale e i minorenni stranieri non accompagnati (II parte)
Seconda accoglienza: mediatori linguistici culturali, autonomia personale e sociale. Come sfuggire all’illegalità: supporto e tutela.
La fase della seconda accoglienza
Nel caso in cui durante la prima accoglienza non sia stato identificato nessun parente e non sia stato disposto il rimpatrio assistito, i servizi sociali elaborano un progetto educativo a lungo termine.
Dunque ci occupiamo di individuare la struttura di seconda accoglienza più idonea. Fondamentale in questo percorso è l’impegno di mediatori linguistico-culturali intesi come figure trasversali e necessarie1.
Nelle strutture di seconda accoglienza la finalità principale è quella dell’autonomia personale e sociale. Questa si articola nel percorso scolastico, nella formazione ed inserimento al lavoro e nell’integrazione sociale. Ciò permetterà al ragazzo di mantenersi autonomamente una volta lasciata la comunità.
Le comunità che accolgono i MSNA fungono da membrana in grado di proteggere dai rischi di abuso e sfruttamento. Sono un luogo dove poter apprendere la lingua italiana e conoscere i propri diritti e doveri, una scuola di vita dover poter imparare nuove modalità per affrontare la quotidianità. Infine, forniscono un sostegno educativo che li aiuterà ad introdursi in un contesto lavorativo.
«È necessario combattere il senso di smarrimento e di solitudine che li affligge, non facendo mai mancare loro il supporto»
Cosa accade al raggiungimento della maggiore età?
Spesso, al raggiungimento della maggiore età, il percorso di studio viene abbandonato per iniziare a lavorare. Ciò li rende autonomi e permette loro di inviare denaro a casa. Migliorare il proprio tenore di vita, infatti, è uno dei principali motivi che li spingono a migrare.
Molti Enti locali si sono attivati per fare in modo che una volta raggiunta la maggiore età non vi fosse una brusca interruzione degli interventi di tutela e di accoglienza. Sarebbe utopistico ritenere che, appena maggiorenne, l’ex MSNA sia autonomo dal punto di vista lavorativo, economico e abitativo.
Interrompere in modo netto e imprescindibile il percorso si rivela una forte fonte di stress sia per il ragazzo che per i diversi operatori ed enti che hanno lavorato con lui investendo tempo e risorse. La visione del futuro che sembra delinearsi per questi ragazzi, in caso di interruzione degli interventi di tutela e di mancata applicazione del prosieguo amministrativo, non appare altro che quella dell’illegalità2.
Come sfuggire all’illegalità?
È necessario prevenire e combattere l’illegalità che aleggia intorno alle vite di questi giovani in prossimità dell’autonomia economica ed alloggiativa e della conversione del permesso di soggiorno. Per farlo è necessario combattere il senso di smarrimento e di solitudine che li affligge, non facendo mai mancare loro il supporto.
Un passaggio fondamentale è quello della riorganizzazione del sistema di accoglienza per prevedere una revisione coerente ed unitaria del sistema normativo. L’obiettivo è renderlo realmente tutelante e rispettoso dei diritti connessi allo status di minorenne, prima ancora che di straniero.
1 Bolognesi Ivana, Identità e integrazione dei minori di origine straniera. Il punto di vista della pedagogia interculturale. Ricerche di Pedagogia e Didattica, 3, 2008, pp.6-8.
2 Bauman Zygmunt, Vite di scarto, Editori Laterza, Roma, 2004, p.93.
Dottoressa in Scienze della Formazione e del Servizio Sociale. Laurenda in Progettazione e gestione dei servizi e degli interventi sociali ed educativi.
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