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Servizi specializzati: centri antiviolenza e case rifugio. Protezione, reinserimento e supporto. Riconoscimento istituzionale e finanziamenti costanti.
Chi si occupa delle vittime di violenza?
I Centri antiviolenza e le Case rifugio rappresentano il nodo centrale della rete territoriale di un percorso di presa in carico delle donne vittime di violenza e del contrasto e prevenzione del fenomeno. Sono servizi specializzati che lavorano sulla base di una metodologia dell’accoglienza fondata sui principi della Convenzione di Istanbul. Sono costituiti da un’equipe di professionisti specializzati nell’intervento a supporto della donna e dei figli.
«I servizi antiviolenza necessitano di un riconoscimento istituzionale e di finanziamenti costanti al fine di garantire un adeguato e costante funzionamento»
Prima dei Centri Antiviolenza
I Centri Antiviolenza costituiscono la risposta più coordinata e organizzata al fenomeno della violenza contro le donne e le prime esperienze risalgono agli inizi degli anni 90 nei paesi anglosassoni e negli anni 80 nel nord Europa.
Fino ad allora, le donne vittime di maltrattamenti non avevano luoghi dove rivolgersi per essere ospitate o semplicemente ascoltate e sostenute. Non c’erano campagne di informazione e sensibilizzazione e i mass media non ponevano attenzione a tale fenomeno.
Le prime esperienze
Solo successivamente sono state istituite le prime case rifugio, luoghi protetti ad indirizzo segreto dove le donne con i loro figli potevano essere messe in protezione e ricominciare una nuova vita libera dalla violenza.
Nelle case di accoglienza per le donne vittime di maltrattamento viene posta l’attenzione anche alla relazione educativa e al supporto alla donna come madre con progetti di inserimento socio lavorativo e di autonomia abitativa.
I servizi che offrono
Il centro antiviolenza offre un servizio di base incentrato sul primo ascolto, l’accoglienza e la presa in carico nonché un servizio di supporto sociale, psicologico, legale anonimo e gratuito.
I centri si interfacciano continuamente con gli altri attori della rete di protezione, in particolare con i servizi socio sanitari territoriali e le Forze dell’Ordine.
Negli ultimi anni, inoltre, al fine di contrastare la violenza economica, sono stati attivati, percorsi di orientamento e reinserimento socio lavorativo, attraverso la realizzazione di un bilancio di competenze, la costruzione del curriculum vitae, laboratori motivazionali, la formazione e i tirocini formativi rivolte alle donne vittime di violenza prive di sostentamento economico.
Tali percorsi hanno evidenziato la difficoltà di alcune donne a ricostruire la propria vita delineando percorsi complessi e articolati che hanno permesso di valorizzare risorse e capacità delle persone coinvolte.
L’importanza di un riconoscimento istituzionale
I servizi antiviolenza necessitano di un riconoscimento istituzionale e di finanziamenti costanti al fine di garantire un adeguato e costante funzionamento sia nell’accoglienza delle richieste di aiuto sia nell’attivazione di percorsi di sostegno e di accompagnamento. Tali strutture sono spesso gestite da enti del terzo settore e accreditati e autorizzati presso enti territoriali di riferimento.
Sociologa e mediatrice familiare. Coordinatrice del Centro Antiviolenza “Alice e il Bianconiglio” di Avellino e direttrice del Consultorio familiare ‘’Spazio Famiglia”’ di Benevento, collabora con il centro Anti Violenza dell’Ambito territoriale A02 di Mercogliano e con la Casa per le donne maltrattate “Viola” di Benevento. Ha pubblicato nel 2017 come coautore “La Peggio Gioventù” breve saggio sul bullismo a scuola e le sue conseguenze.
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