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Violenza e Maltrattamento minorile: la centralità delle azioni preventive
Maltrattamento minorile e isolamento sociale: numeri, statistiche e indagini alla mano. L’importanza della prevenzione per la ridimensione di fenomeni altamente preoccupanti
Violenza domestica e maltrattamento minorile
Il maltrattamento minorile all’interno delle mura domestiche è un fenomeno sempre più in aumento: ciò è quanto emerge da un’importante indagine, frutto della collaborazione tra Terre des Hommes eCISMAI1, che conferma l’andamento crescente sulla base dei dati raccolti dall’ISTAT, relativi all’anno 2018, e da quelli del numero 114 del Telefono Azzurro, in riferimento all’anno 2020-2021.
«Le emozioni provate nei primi anni di vita, e altre sensazioni che hanno suscitato gioia o dolore, lasciano tracce indelebili che condizioneranno le azioni e reazioni nell’intero corso dell’esistenza»
Cos’è il maltrattamento?
Il maltrattamento è un fenomeno che può assumere diverse forme, siano esse fisiche, psicologiche o sessuali. Di questo, una forma maggiormente diffusa e riscontrabile anche in altre, è la trascuratezza. Essa può essere:
· Fisica: vengono riscontrati comportamenti omissivi riguardo ai bisogni del bambino e la non predisposizione di condizioni di protezione per lo stesso;
· Emozionale: si manifesta nel minore che non riceve cure adeguate, compromettendo così lo sviluppo sano della sua identità;
· Medico-sanitaria (patologia delle cure): si verifica quando le cure fisiche e psicologiche prestate dai genitori sono carenti o eccessive. Distinguiamo, a tal proposito, incuria (le cure risultano essere carenti e inadeguate), discuria (in questo caso vi è una distorsione della situazione, le cure sono inadatte al momento o alla fase evolutiva del bambino) e ipercuria (le cure messe in atto sono eccessive e costituiscono, per il minore, una dannosa medicalizzazione);
· Educativa: implica l’inadempienza o l’abbandono della scuola e il disinteresse, da parte dei genitori, riguardo ai rapporti con l’istituzione scolastica.
Oggi si parla, dunque, di una violenza generalizzata implicante diverse forme di sopraffazione e che non si limita, quindi, solo all’abuso sessuale o alle lesioni fisiche ma comprende la persona nella sua totalità, in tutti i suoi aspetti ed ambiti.
Terre des Hommes e CISMAI, dati alla mano
CISMAI e Terre des Hommes, un’associazione no-profit che si occupa di proteggere i bambini dalla violenza e dallo sfruttamento attraverso la realizzazione di progetti in Italia e nel mondo, hanno svolto, tra luglio 2019 e marzo 2020, un’importante indagine riguardante il maltrattamento minorile sulla base dei dati raccolti dall’ISTAT (nell’anno 2018) rilevati su un campione di 196 Comuni Italiani.
L’indagine prende in esame nuovi aspetti del fenomeno ed evidenzia un forte aumento di minorenni vittime di maltrattamento multiplo (il 40,7%). Nello specifico, è stato rilevato che: nella gran parte dei casi (il 91,4%) il maltrattante attiene alla sfera familiare, ovvero genitori, parenti, amici dei familiari ecc.; la segnalazione dei casi proviene maggiormente dall’Autorità giudiziaria (42,6%); gli ospedali e i pediatri rivestono un ruolo minimo relativamente a questo aspetto.
Dai dati raccolti, dunque, emerge un forte aumento del fenomeno: cresce il numero dei minorenni in carico ai Servizi in generale (+3,6%) e di quelli in carico poiché maltrattati (+14,8%). Inoltre, s’evidenzia che la forma di maltrattamento più frequente, oltre alla patologia delle cure precedentemente citata (il 40,7% dei casi), sia la violenza assistita (32,4%)2.
Situazioni d’emergenza: la stretta correlazione tra Covid19 e violenza
Ulteriori e recenti indagini svolte dal Telefono Azzurro hanno evidenziato, tra i 1.885 casi gestiti dal servizio “114 - Emergenza Infanzia”, l’incremento del 22% di abusi e violenze, di cui: il 39% in più per quanto riguarda gli abusi psicologici e il 18% per gli abusi sessuali. Tra le regioni con una maggiore diffusione del fenomeno vi sono Lombardia, Lazio, e Campania.
Tale crescita, altamente preoccupante, può essere ricondotta e collegata all’isolamento sociale e psicologico che il Covid19 ha comportato e imposto. I servizi territoriali, infatti, hanno avuto grandi difficoltà nella gestione di famiglie problematiche a causa del forte rallentamento nella gestione delle prese in carico di situazioni, di per sé, già complicate.
Azioni preventive: agire, come?
Diviene necessario che le Istituzioni si mobilitino per l’attivazione di strumenti e/o progetti che possano giovare benefici preventivi al fine di ridurre tutte quelle forme d’azione che rientrano nella violenza domestica.
Quando parliamo di prevenzione, intendiamo anche la necessità di coinvolgere figure a stretto contatto con i minori; pensiamo, ad esempio, alle maestre, le quali rivestono un ruolo importante nella segnalazione di situazioni di violenza e disagio e che, ricordiamo, in questo particolare periodo storico non hanno potuto presenziare fisicamente.
Ancora, si potrebbe ipotizzare una maggiore presenza di équipe multidisciplinari all’interno degli ospedali o delle scuole, come la “Squadra Timmy”. Quest’ultima, infatti, rileva maltrattamenti infantili e presenzia all’interno dei pronto soccorso di Milano, ma può anche attivarsi su segnalazione degli altri reparti. Oltre che dagli operatori sanitari, le consulenze possono essere richieste da insegnanti e privati. Successivamente, i professionisti approcceranno con i genitori e, se la situazione dovesse confermarsi a rischio, li inviteranno ad un colloquio in ambulatorio per individuare l’origine del problema e per indirizzarli verso i diversi servizi che il territorio offre3.
Bibliografia/Sitografia
1 Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia;
2 “Oltre 77mila minori in Italia sono affidati ai Servizi sociali per aver subito violenze”, AGI – Agenzia Italia, Roma, 07 Aprile 2021;
3 E. Testi, “Liberaci dal male”, L’Espresso, 2021, n. 16, pp.48-53;
4 “Inaugurazione Timmi”, Terre des hommes – Proteggiamo i bambini insieme, 24 Ottobre 2019.
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