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Le chiavi di lettura per una corretta interpretazione del nuovo Codice Deontologico
Interpretazione sistematica delle norme deontologiche. Diritti civili, politici e sociali. Assistente sociale riflessivo.
La premessa
La Commissione incaricata di revisionare il Codice deontologico ha provveduto a rimediare a una anomalia tutta italiana, inserendo nella nuova versione un richiamo ai documenti e alle fonti normative, poste a fondamento della professione e a tutela della persona, nonché una Premessa.
«Una riflessività finalizzata non solo al miglioramento della propria professionalità ma alla crescita costante della propria “umanità”»
Perché il richiamo alle fonti normative?
La presenza della rassegna normativa ha lo scopo di invitare i professionisti a una lettura e a una interpretazione sistematica delle norme deontologiche perché coglierne in modo appropriato il loro significato vuol dire porle in relazione con il sistema giuridico di riferimento.
Da quali norme non si può prescindere?
Non si può prescinderedai diritti civili, politici e sociali della persona e delle singole categorie dei destinatari degli interventi sociali enunciati nella Dichiarazione universale dei diritti umani e nelle successive convenzioni internazionali.
Bisogna farsi guidare dalle affermazioni contenute nella Global definition of Social work (2014) perché rafforzano l’idea dell’essenzialità di un agire eticamente orientato nel Servizio Sociale.
E ancora utilizzare come chiave interpretativa sia le norme di matrice europea in materia dei servizi sociali sia la Carta costituzionale e le leggi che nel tempo hanno contribuito a delineare il sistema di protezione sociale nonché il ruolo e le funzioni dell’assistente sociale.
È altresì doveroso tener presente il concetto di salute elaborato dall’Organizzazione mondiale della sanità nel Preambolo alla sua Costituzione del 1946 quale invito esplicito a considerare il benessere della persona come lo sviluppo integrale, globale e autentico di ogni soggetto.
Perché un Preambolo?
Il Preambolo rappresenta una sorta di introduzione alla lettura. Fissa i punti cardine su cui si fonda l’intero documento codicistico e introduce l’operatore sociale nella sua struttura che “riflette l’impulso morale di tutta la professione”.
Quali i punti cardine?
Il Preambolo ribadisce immediatamente l’essenzialità del ruolo dell’assistente sociale nel tutelare i diritti umani e nel salvaguardare ogni “persona” da qualsiasi esperienza umiliante che ne possa ledere il valore inestimabile e assoluto.
Pone l’attenzione sulla relazione sottolineando che, per essere intensa come risorsa, dovrà essere costruita sulla fiducia che trova espressione concreta in un professionista responsabile e autorevole, dal comportamento trasparente e cooperativo nonché dalla condotta irreprensibile.
Ripropone la figura di un assistente sociale riflessivo. Una riflessività finalizzata non solo al miglioramento della propria professionalità ma alla crescita costante della propria “umanità”.
Assistente Sociale specialista. Docente a contratto presso la LUMSA sez. EDAS TARANTO. Insegna “Storia e Principi del Servizio sociale” nel corso di laurea triennale di Servizio Sociale. Membro tecnico della Commissione deontologica nazionale. Autrice di monografie ed articoli scientifici. Counsellor ad orientamento umanistico-esistenziale. Formatrice presso enti pubblici e privati.
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Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)