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Lo sviluppo sostenibile nel nuovo Codice deontologico
Sostenibilità, giustizia sociale e coesione. Diritto all’ambiente, lavoro di comunità e rinnovamento sostenibile
Perché trattare la sostenibilità nel nuovo Codice?
Trattare la sostenibilità significa aver compreso che le connotazioni sociali, territoriali e ambientali di una persona, di un gruppo o di una comunità potenziano o limitano il loro sviluppo integrale e autentico.
Aver fatto propria la convinzione chele disuguaglianze sociali spiegano una quota importante delle differenze di salute, di mortalità e di benessere tra gli individui. Esse ledono la coesione e si connotano come ingiustizie e iniquità socialmente prodotte poiché sono da considerarsi l’esito di programmazioni e di implementazioni politiche, economiche e istituzionali inefficaci.
«la comunità professionale si adopera per sviluppare una cultura della sussidiarietà, della prevenzione e della salute»
Dove trovare il richiamo deontologico?
L’articolo 13 del Codice deontologico fa proprio uno dei diritti umani formulati nelle convenzioni internazionali: il diritto all’ambiente.
La norma citata richiama i professionisti dell’aiuto a garantire a ogni persona la possibilità di vivere in un contesto idoneo allo sviluppo integrale, ad adoperarsi affinchè si tuteli l’ambiente quale strumento indispensabile per il compimento del divenire del singolo e della comunità.
Come interpretare tale articolo?
Portare all’attenzione della comunità professionale lo sviluppo sostenibile non può essere inteso come aggiungere la questione ambientale tra le miriadi di attività di cui occuparsi. È piuttosto da declinare come un ritorno al lavoro sociale di comunità rivisitato in chiave contemporanea attraverso una lente ecologica ispirata al principio di «abitare con saggezza la Terra».
Il ritorno al lavoro sociale di comunità
Lavorare con/per la comunità può voler dire appropriarsi di nuovi spazi di intervento che vedono gli assistenti sociali impegnati in iniziative a sostegno di azioni comunitarie, funzionali alla prevenzione, alla promozione e al fronteggiamento di disagi correlati a disastri ambientali.
Tutto ciò può voler dire: usare le conoscenze e le competenze professionali per sviluppare le risorse locali; utilizzare, o meglio rivendicare, il proprio ruolo tecnico e politico per attenzionare la comunità sulle cause strutturali dei problemi; proporsi come catalizzatori e facilitatori di processi risolutivi partecipati capaci di dar vita a un sustainable well-being.
Gli assistenti sociali risorse per il rinnovamento sostenibile
Le competenze, le conoscenze e le peculiarità professionali degli assistenti sociali appaiono dunque, essenziali per ridisegnare in chiave ecologicamente compatibile l’assetto economico, sociale e istituzionale di un territorio affinchè si possa garantire vite degne a tutti e a ciascuno.
Assistente Sociale specialista. Docente a contratto presso la LUMSA sez. EDAS TARANTO. Insegna “Storia e Principi del Servizio sociale” nel corso di laurea triennale di Servizio Sociale. Membro tecnico della Commissione deontologica nazionale. Autrice di monografie ed articoli scientifici. Counsellor ad orientamento umanistico-esistenziale. Formatrice presso enti pubblici e privati.
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