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Il diritto alla famiglia e per la famiglia: tra separazione e bigenitorialità – Parte II
Analisi giuridica, sociale: separazione e bigenitorialità. Mantenimento dei rapporti e parità.
Breve iter procedimentale della separazione
E’ dai patti Lateranensi che in Italia abbiamo un’evoluzione progressiva anche della separazione (si pensi all’aggiunta del divorzio nel quadro complessivo delle possibilità) ma con un iter ben preciso. Possiamo avere principalmente due tipi di separazione (4*): la separazione consensuale, ossia quando c’è un accordo tra i coniugi circa i loro futuri rapporti dopo la separazione, e poi troviamo la separazione giudiziale che spetta come possibilità di richiesta ad ogni coniuge che subisce una situazione ritenuta non tollerabile (si pensi alla violenza o pregiudizio ad esempio).
La separazione consensuale produce effetti solo attraverso un’omologazione giudiziale e quindi con decreto del tribunale preceduto da un tentativo di riconciliazione (*5). Ogni separazione è comunque preceduta da una convenzione di negoziazione assistita la cui ratio è quella di applicare l’iter procedimentale attraverso la presenza di avvocati. In assenza di figli l’accordo verrà trasmesso al procuratore della repubblica o al pubblico ministero in caso di presenza di minori.
L’accordo si pone in essere innanzi all’ufficiale di stato civile e non può contenere nell’immediato patti di contenuto patrimoniale. La separazione può essere addebitata a uno dei coniugi con conseguenze diverse sulle possibilità di azioni future sull’aspetto economico e sociale di coniuge e figli. In particolare, nell’analisi giuridica ed etica del procedimento, è doveroso segnalare un fondamentale aspetto, ovvero che i doveri genitoriali e il rapporto solidaristico non cessano neanche dopo la separazione. E’ questa la nostra base per la prossima riflessione: può la famiglia sopravvivere in quanto tale, anche alla sua disgregazione?
«La famiglia non è solo fondamentale quando unita, ma anche quando subisce un’eventuale disgregazione fattuale»
Tra bigenitorialita’ e provvedimenti legislativi
Tale domanda è fondamentale soprattutto per i minori presenti all’interno del nucleo familiare in crisi. Giuridicamente ciò è possibile grazie a due riconoscimenti fondamentali verso la bigenitorialità: la convenzione di New York del 1989 sul piano internazionale e la Legge 176/91 sul piano giuridico nazionale Italiano (6*). La ratio di questi provvedimenti è l’assoluta indispensabilità del mantenimento dei rapporti tra i figli e i due coniugi separati, non solo per un diritto di questi ultimi verso i loro figli ma soprattutto per una continuità dei rapporti con entrambi i genitori da parte dei minori.
Questo obbiettivo è anche chiaramente espresso dall’articolo 155 della legge 54/2006 (7*), che inerisce al diritto del figlio ad avere una continuità nei rapporti equilibrata verso entrambi i genitori. Purtroppo, il diritto alla bigenitorialità è sostenuto si da un’ottima base normativa, senza però troppi riscontri ed equilibri nella realtà.
La situazione normativa e sociale delle famiglie soggette a separazione coniugale non è omogenea e ad ogni modo non è mai una realtà facile. Quello che però risalta sul piano etico e morale, è la volontà del legislatore e del diritto internazionale di voler perseguire un determinato tipo di andamento che si dirige verso i principi di paritàper i coniugi e di continuità per i figli. In tale contesto è possibile comprendere quanto la “famiglia”, se pur intesa spesso in modi differenti, rappresenti un elemento sociologico e giuridico fondamentale, che fa da collante al tessuto sociale e solidale della nostra società.
Quale riscontro ha la bigenitorialita’ sul piano nazionale ed internazionale?
Partendo dal presupposto che come spesso accade in argomenti così ricchi di sfumature, in quanto prevedono un coinvolgimento prevalentemente soggettivo, è difficile porre in essere un’analisi univoca del fenomeno. Possiamo però riflettere su un documento che personalmente ritengo sia importante per comprendere la situazione della bigenitorialità in Italia e all’estero. Si tratta della “Relazione tecnica “del dott. Vittorio Vezzetti, esperto internazionale delegato da COLIBRI-ITALIA, presentata al senato (di cui allego in basso il link).
La relazione riporta dati raccolti tra il 2013 e il 2014, che danno un’idea di quale sia stato l’indirizzo primario del riscontro nella realtà con la bigenitorialità. Non solo ci segnala una situazione di evidente frammentazione nelle misure adottate ex post il provvedimento numero 54/2006, ma ci porta alla comprensione di un’arretratezza strutturale rispetto agli altri paesi Europei.
Allo stesso tempo la relazione analizza gli indici di benessere e progresso dei soggetti coinvolti e questi ultimi risultano essere maggiori dove la bigenitorialità è più presente. Ciò ad ulteriore dimostrazione di quanto la famiglia non sia solo fondamentale quando unita, ma anche quando subisce un’eventuale disgregazione fattuale. Da qui possiamo ammirare e riflettere sull’indispensabilità del lavoro svolto dalla rete di professionisti coinvolti nel processo di recupero e mantenimento dei rapporti familiari. Ed è per questo che la famiglia non è solo un microcontesto ma un fattore macrosociale in grado di influenzare l’intera società.
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