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Sostegno al benessere delle persone, programmazione dei percorsi di aiuto. Mandato istituzionale, competenze del professionista e relazione di aiuto.
Farsi carico del benessere delle personeÂ
L’espressione “presa in carico” è tipica del linguaggio dei servizi sociali e rimanda all’idea di un servizio che “si fa carico” di seguire una persona (o una famiglia), di garantire una presenza capace di offrire opportunità e sostegni, con l’obiettivo di permettere alle persone di controllare attivamente la propria vita (Milani, 2001).
Per il Dizionario del servizio sociale (Dal Pra Ponticelli, 2005) prendere in carico «significa definire e programmare un percorso di aiuto con e per i cittadini e la loro comunità sociale». Questo processo si traduce in un progetto condiviso, con lo scopo di promuovere la partecipazione e le potenzialità dei soggetti coinvolti.
In altri termini, la presa in carico può essere considerata un processo di valutazione e supporto delle risorse presenti nella persona, nel contesto familiare e nel territorio, con la finalità di implementare il benessere e la qualità della vita di tutto il sistema.
Dalle suddette definizioni possiamo desumere che la presa in carico è un processo caratterizzato dalla progettazione da parte di un operatore sociale di uno o piĂą interventi rivolti a una persona o a un nucleo familiare mantenendo con essa (esso) un rapporto continuativo per revisionare l’intervento stesso nel corso del tempo.Â
attenta programmazione che permetta di pianificare l’aggiornamento, i confronti nell’ambito del gruppo di lavoro, la supervisione, e forme di valutazione.
Dunque, nell’ambito del servizio sociale, la “presa in carico” richiede che venga individuato un professionista, titolato a stabilire e mantenere una relazione di aiuto personalizzata e abbia responsabilità precise.
laureata in Sociologia e in Programmazione e gestione Sociale, dal 2001 collabora con la Fondazione Giuseppe Ferraro di Maddaloni (CE) e dal 2008 anche con il CSV Asso.Vo.Ce. di Caserta.
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