Affidamento familiare, dell'accoglienza un'opportunità

Questione di prospettive

Parte della comunità, quando si parla di adozione e affidamento familiare, è solita pensare ad un qualcosa di negativo e ciò non giova al lavoro degli Assistenti Sociali. Vi propongo, dunque, il rovesciamento di questa prospettiva, dove lo "scontro" cede il posto all’ "alleanza".

Affido, di cosa parliamo?

L’affidamento familiare viene spesso inteso come una "punizione" che gli operatori sociali infliggono alle famiglie. L'affido, in realtà, non è altro che la collocazione temporanea di un bambino, con una carenza di cure adeguate da parte del proprio nucleo,  presso un'altra famiglia. Questo, ovviamente, non equivale a dire che il piccolo non è amato dai propri genitori, anzi. Il più delle volte tutto ciò sta ad indicare che all'interno del nucleo vi è un profondo bisogno di aiuto e sostegno per affrontare e superare determinate problematiche.

 <<Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio>>

I benefici della cooperazione

Quanto è difficile chiedere aiuto quando si è in difficoltà? Molti, purtroppo, fanno davvero fatica, in quanto pervade in loro un senso di inadeguatezza o incapacità. La relazione che intercorre tra gli operatori sociali e le famiglie viene vista come uno "scontro" in cui solo una delle due parti ne fuoriesce vincitrice. Ma non è così.

E' necessario intendere questa cooperazione come un’alleanza il cui unico obiettivo è il benessere di ogni parte coinvolta. La realtà, infatti, non fa altro che dimostrare quanto l'affido procuri benefici sia al minore che alla famiglia.

Il coinvolgimento attivo dei genitori nel progetto di affido mostra loro quanto lavoro di ricerca, valutazione e ponderazione si cela dietro ogni scelta dell'Assistente Sociale. Tutte con lo scopo di assicurare affetto e cure costanti al bambino, nonostante il periodo difficile in cui versa la famiglia.   

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