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Capacitare le persone e i contesti di prossimità - Parte III
Helplessness e powerlessness. Locus of control interno ed esterno. Self-efficacy: aspettativa di risultato e di competenza.
Una nuova accezione
Si tratta di un’accezione del termine potere che è inerente all’emancipazione, alla crescita […] e di un non-potere che rinvia all’insicurezza [in altre parole alla] learned helplessness (letteralmente incapacità appresa), indicante l’incapacità di affrontare eventi come acquisizione derivante dall’apprendimento: in particolare il soggetto esposto a continue e ripetute esperienze di insuccesso apprende di non esercitare controllo personale sugli avvenimenti. [… Nel processo di empowerment] si sviluppano padronanza e controllo di sé [ottenendo una condizione che permette] la learned hopefulness, ossia l’apprendimento della speranza di poter controllare gli eventi partecipando alla vita democratica della comunità».12
«Dunque la scommessa è quella di accompagnare le persone, i gruppi, le organizzazioni, le reti da una condizione di incapacità appresa ad una di speranza appresa»
Aiutare e non danneggiare
Dunque la scommessa è quella di accompagnare le persone, i gruppi, le organizzazioni, le reti da una condizione di incapacità appresa ad una di speranza appresa. Si tratta della medesima sottolineatura, posta in chiave prima negativa e poi positiva, relativa alla dinamica dell’apprendimento psicosociale ed a quanto in questo conti il “grado di controllo” sperimentato in precedenti situazioni.
Allargando il discorso viene alla mente il libro: “Messaggio per un aquila che si crede un pollo”, pubblicato da Anthony de Mello all’inizio degli anni ‘90. Potremmo parafrasare il titolo dicendo che l’aquila di De Mello ha “appreso” di non essere “capace di volare”, cioè ha vissuto esperienze che le hanno fatto sperimentare l’incapacità di controllare una situazione di volo… in tali casi “credersi un pollo”, cioè convincersi della proprie helplessness e powerlessness, è pressoché automatico.
Per rompere questa cappa, occorrerà aiutare il nostro aquilotto a vedere e sperimentare le sue risorse, evitando di «irrigidire lo sguardo soltanto sulle aree di problematicità».13 Così come occorrerà lavorare sulla rimozione dei “fattori esterni” che impediscono l’attivazione delle persone, in un processo nel quale «the focus [will] shift […] from deficiencies to obstacles»,14 nel quale cioè “l’attenzione dovrà spostarti dalle carenze agli ostacoli”.
Come esplorare il sistema delle aspettative
Per quanto riguarda i livelli di power raggiunti dalle singole persone, occorre rilevare l’esistenza di una correlazione con le loro caratteristiche di personalità. In particolar modo, sul piano cognitivo, va esplorato il cosiddetto locus of control, cioè l’attribuzione di causalità che una persona fa dei risultati raggiunti, ritenendoli frutto della propria attivazione (in questo caso si parla di locus of control interno) o causati da fattori altri (situazione con un locus of control esterno).
Un altro elemento utile, che permette di esplorare il sistema delle aspettative delle persone, è quello dell’auto-efficacia (self-efficacy), in particolare rispetto alla probabilità di raggiungere gli obiettivi fissati (cosiddetta aspettativa di risultato) e alla probabilità di attivarsi in modo adeguato (aspettativa di competenza).
Note:
11 Cfr. Zimmerman Marc, Empowerment Theory. Psychological, organizational and community levels of analysis, in Rappaport Julian, Seidman Edward, Handbook of Community Psychology, Kluwer Academic Plenum Publishers, New York, 2000, pp. 43-63.
12 Lavanco Gioacchino, Novara Cinzia, Elementi di psicologia di comunità, op. cit., pp. 55-56.
14 Craig Cary, Popple Keith, Shaw Maes, Community development in theory and practice: an international reader, Spokesman Books, Nottingham, 2008, p. 326.
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