DCA e covid: il ruolo dei servizi sociali - Parte III

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DCA e covid: il ruolo dei servizi sociali - Parte III

Assistenti sociali e DCA: prevenzione, dialogo, sostegno, rapporto di parità, promozione della salute. Lavoro di équipe.

DCA e Assistenti sociali

Durante gli ultimi anni si è avvertita sempre di più la necessità della figura dell’assistente sociale nella cura dei DCA. Diagnosticare un disturbo alimentare non è semplice perché spesso sono piccoli comportamenti che vengono minimizzati fino a dargli importanza quando è ormai troppo tardi. 

«… Questo ci fa capire l’essenzialità della figura dell’assistente sociale nella cura dei disturbi alimentari»

La professione a sostegno

Possiamo dire che la persona che soffre di disturbi alimentari attraversa delle fasi che possono essere scandite in: non accettazione della malattia, allontanamento dalle persone più care, comprensione del proprio stato di salute, senso di vergogna per il proprio disturbo e infine richiesta d’aiuto. Il ruolo dell’assistente sociale è incentrato tutto sull’anticipare che la richiesta d’aiuto venga manifestata in uno stadio ultimo dalla persona mettendo in atto interventi di prevenzione

Strumento fondamentale dell’assistente sociale è il dialogo che consente alla persona di avere consapevolezza del proprio stato psicofisico così da poter riuscire a guarire nel minor tempo possibile. Il dialogo non è sintetizzato solo da parole ma anche dal linguaggio non verbale che mette a proprio agio la persona che soffre di questi disturbi consentendo così all’assistente sociale di poter applicare l’intervento più idoneo al caso.

L’assistente sociale dovrà porsi con la persona in rapporto di parità, dovrà essere dotato di quel sentimento importante definito empatia. L’empatia  è ben diversa dalla compassione. Chi soffre di DCA non vuole essere compatito, non vuole essere trattato come un “malato”, vuole solo che qualcuno riesca a capire come si sente e comunicargli che in realtà non è solo. Fondamentale è anche il sostegno alle famiglie che anche loro vengono indirettamente turbate e influenzate da questo disturbo.

L’assistente sociale si pone proprio come professionista che da sostegno e promuove il benessere così come sostenuto anche dal Codice Deontologico. Il nostro Codice Deontologico nel preambolo recita: ”La professione è dinamica e riflessiva; il professionista si impegna con le persone affinché esse possano raggiungere il miglior livello di benessere possibile, tenuto conto dell’evoluzione del concetto di qualità della vita” mentre l’art. 39 Titolo V disciplina che “L’assistente sociale contribuisce a promuovere, sviluppare e sostenere politiche sociali integrate, finalizzate al miglioramento del benessere sociale e della qualità di vita dei membri delle comunità, con particolare riferimento a coloro che sono maggiormente esposti a situazioni di fragilità, vulnerabilità o a rischio di emarginazione, tenuto conto del livello di responsabilità che egli ricopre e in funzione degli effetti che la propria attività può produrre”. Questo ci fa capire l’essenzialità della figura dell’assistente sociale nella cura dei disturbi alimentari.

Tra azioni di prevenzione e lavoro di équipe

Per la cura dei disturbi alimentari è fondamentale un lavoro che coinvolga diverse figure professionali così da rispondere in maniera più efficace ad un bisogno che si presenta come multifattoriale.

Infatti i disturbi alimentari sono dipendenti da fattori predisponenti (genetici, ambientali, psicologici), da fattori precipitanti (quegli eventi che hanno traumatizzato la persona fino a farle maturare questi tipi di disturbi) e infine abbiamo i fattori di mantenimento (che impediscono il ritorno alla normalità e rendono difficile la fase di ripresa). Tutti questi sono interdipendenti tra loro ed è per questo che è necessario non solo l’intervento dello psicologo, ma anche quello congiunto dell’assistente sociale, degli infermieri, dei medici, nutrizionisti e dietisti.

Il lavoro di equipe è essenziale poiché coinvolge più professionisti che cooperano, si scambiano informazioni e decidono interventi che siano inclusivi di tutti gli aspetti necessari per la guarigione. L’assistente sociale nello specifico si muove tra un lavoro di rete per ampliare la rete sociale, ormai in crisi, della persona che soffre e lavoro di équipe.

Oltre al lavoro di équipe l’assistente sociale deve mettere in atto tutte quelle azioni che anticipano e prevengono questi disturbi attraverso progetti rivolti alla promozione della salute. La prevenzione è uno dei tasselli fondamentali perché spesso è ritenuto giusto avere quello stile di vita in quanto si sta aderendo ad un modello culturale avendo anche il supporto dell’ambiente esterno a quel comportamento. Tramite la prevenzione tutto ciò viene scardinato andando a introdurre linee guida riguardo l’alimentazione, si fa informazione sull’importanza del cibo e delle emozioni collegate al quest’ultimo.


Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)
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