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Difendersi dall’empatia? Indicazioni per l’Assistente Sociale
Consapevolezza emotiva, sentimenti e comunicazione emozionale. Burnout e governo dell’empatia.
Il segreto della consapevolezza
Il modo in cui percepiamo e gestiamo le nostre emozioni diventa il nostro paracadute nella relazione con l’altro. Quanto più conosciamo i nostri sentimenti tanto più sapremo riconoscere quelli degli altri, senza che questo generi in noi sofferenze incontrollabili. La soluzione non è “non essere empatici”, piuttosto, allenarsi ad essere consapevoli delle proprie e altrui emozioni.
«Difenderci dall'empatia non costituisce la soluzione… piuttosto è necessario un allenamento volto ad imparare a governare l'empatia»
Le persone sono classificabili in base alle emozioni?
John D. Mayer ritiene che le persone siano classificabili in diverse categorie a seconda del modo in cui percepiscono e gestiscono le proprie emozioni:
- gli autoconsapevoli, coscienti dei propri stati d’animo. Si tratta di individui autonomi e consapevoli dei propri limiti, che godono di una buona salute psicologica e tendono a vedere la vita da una prospettiva positiva. Quando sono di cattivo umore, costoro non continuano a rimuginare e ad ossessionarsi e riescono a liberarsi dello stato d’animo negativo prima degli altri. In breve, il loro essere attenti alla propria vita interiore li aiuta a controllare le emozioni;
- i sopraffatti, persone spesso sommerse dalle proprie emozioni e incapaci di liberarsene, come se tali emozioni nella loro mente avessero preso il sopravvento. Essendo volubili e non pienamente consapevoli dei propri sentimenti, queste persone si perdono nell’emotività. Di conseguenza, rendendosi conto di non avere alcun controllo sulla propria vita emotiva, fanno ben poco per sfuggire agli stati d’animo negativi;
- i rassegnati, persone che hanno idee chiare sui propri sentimenti e tendono ad accettarli senza cercare di modificarli in meglio.
Cosa significa essere empatici?
Capire come percepiamo e gestiamo le nostre emozioni è importante per capire quanto siamo empatici. Quanto più siamo aperti verso le nostre emozioni tanto più saremo abili anche nel leggere i sentimenti altrui.
L’empatia si basa sull’autoconsapevolezza e cioè sulla capacità di riconoscere un sentimento nel momento in cui esso si presenta. Riconoscere l’emozione è la premessa per imparare a controllarla affinché sia più appropriate.
Per essere empatiche, le persone devono essere calme e recettive in misura sufficiente a poter ricevere i sottili segnali emozionali emessi da un’altra persona e “mimarli” nel proprio cervello emozionale. Provare un sentimento insieme ad un altro essere umano significa essere emozionalmente partecipi, d’altronde Leslie Brothers definiva l’empatia come “comunicazione emozionale”.
Difendersi dall’empatia?
Sebbene l'empatia ci aiuti ad instaurare legami profondi con le persone e ci spinga verso la comprensione degli altri e dei loro stati d'animo, essa spesso viene evitata poiché considerata dolorosa. Del resto, se le emozioni provate generano stress o tristezza, diventa difficile assistere in maniera attiva alla sofferenza di un’altra persona.
Questo accade spesso tra gli Assistenti Sociali. Entrare in contatto continuamente con il dolore altrui può condurre alla sindrome del burnout, interferendo col corretto esercizio della professione e accrescendo nell'operatore sensazioni di inadeguatezza e di malcontento.
Governare l’empatia
Difenderci dall'empatia, ciò nonostante, non costituisce la soluzione al problema. Piuttosto si rende necessario un esercizio, una sorta di allenamento volto ad impararea governare l'empatia, in modo che non si traduca in una semplice continua e infruttuosa esposizione alla sofferenza. L’empatia, ben governata, è infatti un requisito indispensabile per costruire una relazione di cura fondata sulla fiducia e che favorisca un “outcome” (cioè un “risultato”) ottimale per le persone che accompagniamo.
Ti andrebbe di scrivere un articolo per il nostro blog?
Se sei interessato a raccontare la tua esperienza o le tue riflessioni di assistente sociale siamo lieti di pubblicare un tuo articolo sul nostro blog. Per maggiori informazioni contatta la dott.ssa Serena Vitale (redazioneblog@progettofamiglia.org)